Ci ricordiamo il caldo del 2003 che toccò punte di 40 °C, ma il caldo di questa estate 2022 ha superato ogni record e questo mi fa riflettere sul momento climatico che stiamo vivendo. Sono molti mesi che non piove, tranne sporadici temporali sulle Alpi e Prealpi: non piovendo non solo non arriva refrigerio e nutrimento per la terra, ma le risorse idriche si riducono, il flusso idrico nei fiumi è dimezzato e aumenta il pericolo della salinità che avanza nel Po.
I vari telegiornali riferiscono che gli agricoltori sono disperati poiché la portata dei fiumi è ridotta e la mancanza d’acqua non consente di far fronte alle necessità delle diverse coltivazioni e degli allevamenti.
Si tratta quindi di un problema complesso e di difficile risoluzione.
Noi che viviamo in città a Milano, forse non ci rendiamo meno conto del problema poiché la nostra città è sempre stata ricca d’acqua. È noto che Milano abbia sempre avuto abbondanza d’acqua, una storia che inizia già dai tempi antichi: gli storici riportano che le prime regolarizzazioni dei corsi dell’acqua milanese vennero avviate dai padri cistercensi e proseguite poi da Leonardo da Vinci che a Milano studiò nuovi percorsi e nuovi modelli di gestione dell’acqua, arrivando a sviluppare il progetto del Naviglio Grande, oltre ad altri studi legati al corso dell’Adda, della Martesana e di altre valli lombarde.
Tralasciando la situazione favorevole di Milano, il problema dell’acqua è oggi una preoccupazione nazionale, tant’è che diverse Regioni hanno costituito Organi preposti a tali soluzioni e il Governo ha messo a disposizione fondi e risorse economiche per affrontare questa emergenza.
Di chi è la colpa di tale emergenza idrica? Senz’altro non è di Dio Padre che non fa piovere o che non ci sono più le stagioni regolari: primavera, estate, autunno e inverno, noi non percepiamo più le differenze climatiche tra l’una e l’altra stagione come le distinguevamo molti anni fa. Allora le stagioni svolgevano un regolare ruolo climatico: in autunno si seminava, in inverno sotto il manto della neve i semi seminati si preparavano al successivo germoglio primaverile, dopo in estate si tagliava il grano, il granoturco, il fieno e si raccoglievano i prodotti seminati e il corso della vita della natura si svolgeva con regolarità. Oggi purtroppo non è più così, un poco alla volta stiamo distruggendo quello che è sempre stato il corso regolare della natura e della vita.
È l’effetto serra che provoca tutto ciò? È l’effetto del troppo sfruttamento del suolo? La siccità è una conseguenza di quanto stiamo vivendo? È la nostra ricerca del benessere immediato che si basa sulla cultura dell’usa e getta e non su risparmio e recupero? Personalmente mi pongo questi quesiti ma non riesco a dare una risposta, non sono un esperto e non saprei dare una risposta risolutiva. Però sono convinto che ognuno di noi possa, anzi debba fare qualcosa dando un seppur piccolo contributo iniziando all’interno della propria abitazione e del proprio condominio.
Si può risparmiare sull’utilizzo dell’acqua lavando i denti o facendosi la barba senza tenere il rubinetto aperto per tutto il tempo e aprendo l’acqua solo alla fine per risciacquare il tutto; anziché fare il bagno in una vasca si può fare la doccia; si può lavare la verdura o la frutta nel lavello raccogliendo l’acqua per poi riutilizzarla per bagnare le piante del balcone. Questi sono solo alcuni esempi casalinghi che potrebbero sembrare irrisori ma che nell’insieme diventano tonnellate d’acqua risparmiata.
Molti cittadini hanno evidenziato come lo scorrere continuo dei rubinetti delle cosiddette “vedovelle o draghi verdi” fosse un gran spreco d’acqua. Fonti di Metropolitana Milanese ripotano che il flusso d’acqua continuo di tali fontanelle mantiene l’acqua in movimento e la sua interruzione determinerebbe la stagnazione dell’acqua causando la formazione di flora batterica attorno alla bocca cui sgorga l’acqua. Inoltre tali fonti ricordano che quell’acqua viene recuperata e riciclata per altri usi.
Anche se a Milano non ci sono motivi di preoccupazioni nella fornitura dell’acqua sono stati adottati alcuni provvedimenti dall’Amministrazione Comunale che tramite MM Servizio Idrico Metropolitano dedica molta attenzione al controllo e alla gestione dell’acqua.
Senz’altro l’abuso dell’acqua non è colpa dell’utenza ma, come riferiscono i media, il motivo è da ricercare a monte delle stesse Reti idriche e ai loro impianti ormai vetusti. Infatti in molte Regioni d’Italia la perdita dell’acqua di rete è di oltre il 40 percento della distribuzione stessa.
Gli esperti climatici riferiscono che, a causa della siccità, aumenta il fenomeno degli incendi dovuti al terreno secco e alla scarsa manutenzione dei sottoboschi che favorisce tale situazione, oltre a quelli causati da piromani che li innescano e li provocano. Le cronache dei giorni scorsi hanno riportato gli incendi sviluppatisi in Toscana nella Maremma, in Friuli Venezia Giulia sul Carso e in Basilicata nei pressi della val Basento, ma anche all’estero la situazione è difficile come in Francia, Spagna, Grecia e in California, negli USA, dove gli incendi minacciano il parco nazionale di Yosemite.
Concludo la riflessione con la domanda che fare? La mia risposta è che tutti dobbiamo capire e riconoscere il valore essenziale dell’acqua e della natura e che quanto succede sia di monito per lavorare insieme verso una cultura e una educazione di rispetto cambiando un po’ il nostro stile di vita perchè occorre essere più attenti non solo al consumo dell’acqua ma anche al rispetto della natura.
Recentemente l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, si è recato in alcune chiese del territorio agricolo della Diocesi a pregare per il dono dell’acqua. Questo è solo un momento di fede ma non basta, noi dobbiamo inchinarci davanti a Dio e chiedere perdono per l’abuso svolto sulla terra che ci è stata donata e dobbiamo rispettarla.
Adesso aspettiamo che l’anticiclone africano dia una tregua e che arrivi la benefica pioggia.
Oggi assistiamo alla guerra tra l’Ucraina e la Russia e rincorriamo l’approvvigionamento del gas, del petrolio e del grano, ma se non cambiamo rotta in un prossimo futuro rincorreremo anche l’approvvigionamento dell’acqua quale bene essenziale per la vita.