“Amore assoluto e altri futili esercizi”
Il pregio di questo libro è che si fa leggere d’un fiato. Uno legge ma è come se avesse davanti una persona che parla, parla, parla, senza tregua, a ruota libera, senza paura di scoprirsi né di annoiare. Passando da un argomento all’altro come in una amabile “conversazione” a senso unico.
Ma se credi di averne compreso la logica, è la volta che ti sfugge, ed è capace di spiazzarti, lasciandoti con un palmo di naso. Lo dice lei stessa, a un certo punto del racconto: “Ho pensato tutta la vita che la logica mi avrebbe salvato, adesso mi sembra un mostro”.
Un altro esempio della sua capacità di esibirsi in giravolte imprevedibili: “Interagisco con la realtà attraverso due forze molto potenti, l’immaginazione e la pigrizia”. Ma poi la spiegazione che dà è il contrario di quanto ci aspetteremmo: “L’immaginazione mi paralizza e la pigrizia mi fa agire”.
C’è poco da fare: la protagonista dei racconti di “Amore assoluto e altri futili esercizi” è così. Imprevedibile e inafferrabile. Forse, proprio per questo ci piace. Una romana dall’anima milanese, si dice di lei. I suoi quadretti letterari sono come fotografie estemporanee – d’altra parte, la fotografia è anche la sua passione – capaci di cogliere particolari minuti o panorami inaspettati, così su due piedi e con due parole.
Forse la protagonista è un po’ matta. Non fa che chiedersi il perché delle cose senza che nessuno, tranne l’adorato nonno finché era in vita, si premuri di risponderle. E spiega così questo suo atteggiamento: “La domanda dell’ansioso è quando, la domanda del colpevolista è chi, la domanda del matto è perché”. Che ci sembra una sintesi perfetta di quello che accade nella nostra società. E anche del motivo che pochi ormai abbiano il coraggio di chiedersi il “perché” delle cose…
Ma una come la protagonista, contraddittoria fino in fondo, a partire dalle sue scelte sessuali, pensa che l’unica cosa giusta sia “seguire la propria natura” (a sapere qual è) perché “tutto ha senso, niente ce l’ha, tutto fa parte del tutto”. Un po’ complicato? Forse, ma lei è così, prendere o lasciare. Infatti, lei lo ammette chiaramente: è capace di assumersi le proprie responsabilità ma non è detto che lo faccia, anche perché crede fermamente nel dispetto.
La sua incoerente coerenza può spiazzare il lettore ma anche affascinarlo. Quello che ci arriva dalle pagine del libro di Giulia è qualcosa che non si può definire ma che alla fine non possiamo non considerare allegro, autentico, come l’odore che emanava il mitico nonno. Un nonno che forse tutti avremmo voluto avere.
Amore assoluto e altri futili esercizi, Giulia Serughetti, marcos&marcos, gli alianti 144 pp. € 15,00