L’emicrania non è un semplice mal di testa, ma una patologia neurologica cronica e disabilitante…
…che oggi può essere affrontata con terapie capaci di ridurre frequenza e intensità degli attacchi, restituendo alle persone la possibilità di tornare più rapidamente alla vita di tutti i giorni.
Una patologia dinamica e complessa, che cambia forma e impatto nel tempo, per la quale servono risposte terapeutiche e organizzative flessibili, in grado di adattarsi ai diversi bisogni lungo il percorso di malattia. “DISSOLVI L’EMICRANIA” è l’occasione con cui Pfizer accende i riflettori su questa patologia di forte impatto sociale, annunciando anche la disponibilità, in regime di rimborsabilità, di rimegepant, primo e ad oggi unico anti CGRP orale approvato in Italia nella duplice indicazione: trattamento acuto dell’emicrania con o senza aura negli adulti, trattamento preventivo di emicrania episodica negli adulti che abbiano almeno 4 episodi di emicrania al mese. Una novità terapeutica che consente un approccio più integrato e flessibile, capace di adattarsi ai diversi momenti della malattia e di semplificare la gestione clinica.
In Italia, l’emicrania colpisce circa 6 milioni di persone, pari al 12% della popolazione, con una prevalenza tre volte superiore nelle donne rispetto agli uomini. Secondo i dati del Global Burden of Disease 20194, l’emicrania è la seconda causa al mondo di anni vissuti con disabilità (dopo la lombalgia) e la prima causa di anni vissuti con disabilità tra le donne giovani, in particolare nella fascia di età fertile (15 – 49 anni).
Ogni anno il 2,5-3% dei pazienti con emicrania episodica evolve verso la forma cronica, che spesso significa per la maggior parte delle persone – per 15 o più giorni al mese – dover interrompere ogni attività, rifugiandosi in una stanza buia e silenziosa per cercare di contenere il dolore pulsante, reso insopportabile da rumori, luci o odori intensi.

«L’emicrania è una cefalea primaria, quindi una patologia neurologica non legata ad altre malattie, caratterizzata da attacchi ricorrenti e dolorosi che possono essere accompagnati da sintomi accessori – spiega il Prof. Alessandro Padovani, Professore Ordinario di Neurologia all’Università di Brescia, Direttore dell’Istituto di Neurologia Clinica e Presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN). – La gestione clinica richiede due approcci distinti: quello acuto, per gli episodi meno frequenti, e quello preventivo, nei casi ad alta frequenza o cronici, quando il dolore è presente per almeno 15 giorni al mese. Un intervento tempestivo è fondamentale per ridurre il rischio di cronicizzazione, spesso aggravata dall’iperuso di farmaci sintomatici. Strategie integrate, che uniscano terapie farmacologiche e non farmacologiche con modifiche dello stile di vita, possono ridurre il burden della malattia e migliorare sensibilmente la qualità della vita».
In questo scenario, non sorprende che l’emicrania sia tra le principali cause di disabilità e limitazione della vita professionale: mina la capacità lavorativa con assenze e calo di produttività ed è spesso legata al presenteismo, ovvero il continuare a lavorare stando male, con rendimento ridotto e peggioramento delle condizioni di salute. Il progetto Eurolight7 ha evidenziato che circa due terzi dei costi economici sono dovuti al presenteismo e solo un terzo all’assenteismo, mentre studi internazionali stimano che fino all’89% della perdita complessiva di produttività sia imputabile a questo fenomeno silenzioso ma di grande impatto.
In Italia il peso complessivo dell’emicrania è stimato in 20 miliardi di euro l’anno, di cui il 93% legato proprio alla perdita di produttivitಠconsiderando che la disabilità non si limita agli attacchi, ma persiste anche negli intervalli, influenzando così la vita scolastica e professionale. E il trend è in crescita: tra il 1990 e il 2021 la prevalenza dell’emicrania è aumentata del 58% e l’incidenza del 42%6, con previsioni di ulteriore incremento fino al 2050. Un fenomeno che riguarda sempre più anche uomini e under 20, la futura forza lavoro, con ricadute dirette sulla continuità professionale e sull’economia.
«L’emicrania è una delle condizioni croniche più diffuse e invalidanti, che troppo spesso viene ridotta a un semplice mal di testa – precisa Roberto Pancaldi, HR Director The Adecco Group Italia –. Questo pregiudizio pesa enormemente sul mondo del lavoro: quasi otto persone su dieci dichiarano che l’emicrania ha avuto un impatto negativo sulla propria carriera e molte scelgono di non parlarne per paura di essere giudicate. Si tratta di un problema culturale, oltre che sanitario e, per superarlo, serve un impegno comune: i lavoratori devono sentirsi liberi di raccontare la propria esperienza senza timore, e i datori di lavoro devono saper costruire ambienti inclusivi, flessibili e informati, nel segno dell’empatia e della comprensione del problema. Solo così sarà possibile abbattere gli stereotipi e valorizzare davvero il talento e il benessere delle persone».
Nonostante l’elevato impatto, però, questa patologia rimane ancora sottodiagnosticata, banalizzata e invisibile. «Vivere con l’emicrania significa affrontare non solo un dolore intenso e invalidante, ma anche la paura costante del dolore e degli attacchi, la fatica di spiegare una malattia invisibile e la frustrazione di non essere creduti – spiega Alessandra Sorrentino, Presidente Associazione Alleanza Cafalalgici (Al.Ce) –. ll peso psicologico è troppo spesso sottovalutato: ansia, senso di colpa e di impotenza, rinunce e isolamento rendono questa patologia ancora più invalidante. Alle difficoltà personali si aggiungono quelle del percorso di cura: ritardi diagnostici, scarsa consapevolezza tra alcuni operatori sanitari e disparità di accesso ai centri specializzati e alle terapie innovative. Rendere visibile l’emicrania significa riconoscerne l’impatto, restituire dignità, ascolto e cure tempestive, affinché nessuno debba più sentirsi solo di fronte a questa malattia».
La storia terapeutica dell’emicrania è stata a lungo segnata da poche possibilità di cura, non sempre efficaci o sostenibili nel lungo periodo. L’arrivo di nuove opzioni inaugura una fase diversa, capace di dare risposte più concrete ai pazienti.

«Il bisogno di flessibilità terapeutica è centrale, soprattutto per chi ha già sperimentato più trattamenti senza risultati soddisfacenti – spiega il Prof. Piero Barbanti, Presidente dell’Associazione Italiana per la Lotta contro le Cefalee (AIC), Ordinario di Neurologia presso l’Università San Raffaele di Roma e Direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’IRCCS San Raffaele. – Rimegepant rappresenta un passo avanti perché è il primo gepante orale approvato in Italia con duplice indicazione: trattamento acuto e prevenzione negli adulti degli attacchi nei pazienti con emicrania episodica. Agendo come antagonista del recettore del CGRP, interrompe rapidamente la cascata del dolore nella fase acuta e, se assunto regolarmente, riduce frequenza e intensità degli episodi, garantendo continuità e semplicità terapeutica».
L’innovazione si riflette anche nell’esperienza del paziente: la formulazione orodispersibile è pratica, discreta e facilmente utilizzabile anche durante un attacco, migliorando aderenza e percezione di controllo. «È un farmaco che si integra agevolmente nei percorsi di cura esistenti – aggiunge il Prof. Barbanti – sia come opzione per pazienti non responsivi o intolleranti ai triptani, sia come alternativa in chi non desidera trattamenti iniettivi. La possibilità di trattare e prevenire con lo stesso principio attivo riduce la complessità dei percorsi terapeutici e rappresenta un cambiamento sostanziale nella gestione dell’emicrania».
L’iter approvativo in acuto di rimegepant si basa sulle solide evidenze fornite dai risultati di uno studio registrativo di fase 3 pubblicato su Lancet, che dimostra come una singola dose di rimegepant consenta di ottenere una riduzione del dolore e dei sintomi associati all’emicrania già dopo due ore dall’assunzione rispetto al placebo, con efficacia duratura fino a 24-48 ore. Lo studio sulla prevenzione, anch’esso pubblicato su Lancet, dimostra che il farmaco, se assunto a giorni alterni, determina una riduzione del numero di giorni mensili di emicrania rispetto al placebo, risultato confermato anche dalla fase open label di dodici mesi10. Una singola dose di rimegepant, quindi, può alleviare rapidamente l’emicrania e i sintomi associati, mentre l’assunzione a giorni alterni può ridurre significativamente gli attacchi.
Le evidenze raccolte nella pratica quotidiana confermano e arricchiscono i risultati degli studi clinici. «Rimegepant si è dimostrato efficace e sicuro nel trattamento acuto dell’emicrania, con ottima tollerabilità anche in pazienti complessi – sottolinea la Prof.ssa Cristina Tassorelli, Ordinario di Neurologia presso il Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia e Direttore del Headache Science & Neurorehabilitation Center della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino di Pavia –. La modalità orodispersibile favorisce un’elevata aderenza e porta benefici clinici, funzionali e relazionali, con un impatto diretto sulla qualità della vita. Inoltre, il farmaco apre nuove prospettive nella gestione clinica dell’emicrania. In acuto, permette di trattare efficacemente gli attacchi anche nei pazienti che non rispondono ai triptani o che presentano controindicazioni. In prevenzione, offre un’opzione semplice e maneggevole che non richiede iniezioni né titolazioni complesse».
Grazie a queste caratteristiche, rimegepant si integra facilmente nella routine clinica contribuendo a ridurre l’overuse farmacologico, spesso causa di peggioramento della malattia.
Da decenni Pfizer è protagonista nelle neuroscienze, con una storia fatta di ricerca, intuizioni e collaborazioni che hanno portato allo sviluppo di terapie innovative per alcune delle patologie più complesse del sistema nervoso. Oggi l’Azienda è in prima linea anche sull’emicrania, una delle malattie neurologiche più diffuse e invalidanti al mondo, e lo fa con un approccio che integra ricerca scientifica e attenzione al vissuto dei pazienti. L’arrivo di rimegepant rappresenta un passo importante in questa direzione, offrendo una risposta concreta a bisogni ancora insoddisfatti.
«Il nostro impegno non si limita allo sviluppo di nuove terapie – sottolinea la Dott.ssa Barbara Capaccetti, Direttore Medico di Pfizer in Italia – ma comprende iniziative di sensibilizzazione, prevenzione e supporto, affinché l’emicrania venga riconosciuta come una patologia seria e disabilitante. Vogliamo restituire tempo, serenità e qualità di vita a chi convive con questa malattia, promuovendo percorsi di diagnosi e cura più tempestivi e accessibili».