di Ugo Perugini
Amleto personaggio archetipico. Quante volte il teatro ha riletto la sua storia? Ora ci prova Magdalena Barile con una versione contemporanea, nella quale Amleto è un giovane di buona famiglia borghese, che, dopo un periodo di studi in Inghilterra, torna nella sua famiglia, nella quale, appena dopo la morte di suo padre, lo zio ha sposato la vedova.
La famiglia è ricca, e lo zio disposto a lasciare al nipote/figlio la conduzione della ditta che produce armi ma il giovane non ne vuole sapere. E’ insoddisfatto, incapace di dare un senso alla propria vita, asociale, inconcludente, insieme a progetti suicidi, cova da tempo la vendetta nei confronti dello zio.
Ma la famiglia l’accoglie sorvolando sui suoi comportamenti violenti e anormali, addirittura assecondandoli in modo grottesco. Lo zio si è rifatto il naso per assomigliare di più al fratello morto, e, a un certo punto, invita il nipote a compiere la sua vendetta, se ciò è davvero quello che vuole, prima possibile perché l’indomani ha un consiglio di amministrazione.
Anche la madre cerca di assecondarlo in ogni modo. Gli dimostra l’affetto che può e gli dà i consigli che dal suo punto di vista considera utili: “Hai bisogno di credere in qualcosa. Io credo agli oggetti”. Anche la fidanzata, Ofelia, accetta tutte le sue pazzie. Gli dice con candore che nel periodo in cui lui è andato all’estero ha perso tre cose: “cinque chili, un mazzo di chiavi, e un bambino (quello avuto da lui)”. Subisce anche tutte le sue violenze gratuite, che i genitori indennizzano con grossi assegni.
In questo ambiente, Amleto è sempre più confuso. La sua mente malata è attirata dal mare che un tempo sommergeva la pianura padana e aspetta che le onde, alte dieci metri, tornino, prima o poi, a inghiottire tutto. Intanto, i rituali borghesi: il letto, la tavola, il bagno continuano a svolgersi, banalizzando tutte le sue velleità eversive e di vendetta.
Buona la regia di Aldo Cassano con cambi di scena rapidi in un’atmosfera quasi spettrale e astratta, sottolineata da una scelta fonica intelligente con amplificazioni di rumori di fondo. Validi anche gli attori Federico Manfredi, Emilia Scarpati Fanetti, Nicola Stravalaci e Debora Zuin. E’ una produzione CRT Teatro dell’Arte/Animanera. C’è del buono nelle idee di Magdalena Barile. L’attendiamo con curiosità e interesse ad altre prove.