di Barbalinardo Antonio
Domenica 6 luglio in occasione dell’avvio delle cerimonie della ricorrenza del centenario della Prima Guerra Mondiale, si è svolto presso il Sacrario di Redipuglia il concerto “Messa da requiem” diretto dal maestro Riccardo Muti. Il concerto è stato eseguito presso il Sacrario Militare alla presenza del presidente Giorgio Napolitano e dei Capi di Stato di Slovenia, Austria e Croazia.
Il concerto è stato organizzato da Cristina Mazzavillani Muti, moglie del maestro Muti, direttrice del Ravenna Festival e fa parte del programma “Le vie dell’amicizia”, concerti-eventi avviati a Sarajevo nel 1997. Da allora si sono svolti concerti in diversi altri luoghi, in particolare, dove ci sono stati conflitti bellici e disastri particolari che hanno colpito l’umanità, dove attraverso la musica, gli organizzatori desiderano raccontare l’esperienza di dialogo e fratellanza a monito contro tutte le guerre.
Il piazzale del Sacrario era gremito da moltissimi cittadini, dai rappresentanti istituzionali civili, militari e religiosi. Dopo il coro degli Alpini che hanno eseguito l’esibizione degli inni nazionali, il maestro Riccardo Muti, ha avviato l’esecuzione del Requiem di Giuseppe Verdi del 1874; ha diretto l’orchestra composta di diversi musicisti provenienti dalle nazioni che hanno vissuto il conflitto mondiale del 1914 – 1918; l’orchestra è stata accompagnata da un magnifico coro e dai bravissimi cantanti solisti.
Lo scenario che ne è seguito nelle immagini trasmesse dalla diretta televisiva mi ha entusiasmato e commosso nel vedere il susseguire delle immagini del concerto dove la regia trasmetteva diversi spezzoni di filmati storici intercalandoli con foto storiche di soldati nelle trincee, di feriti trasportati dai portantini e di soldati morti disseminati per terra e lungo le trincee. Questa visione mi ha portato al pensiero che mi ha accompagnato per tutto il concerto chiedendomi: “Chissà se tra le immagini storiche viste ci sia stata anche quella del mio povero nonno morto lì in quella guerra?”.
Così durante l’esecuzione del concerto questo pensiero mi ha fatto riflettere e mi ha portato al ricordo e alla riflessione che lì nel Sacrario di Redipuglia tra le tante lapidi c’è anche quella del mio nonno Barbalinardo Francesco. Avevo scoperto l’esistenza della lapide del nonno casualmente durante il servizio militare a Udine nel 1975 in una visita fatta al Sacrario di Redipuglia. Così con la scoperta della lapide feci una ricerca circa la morte del nonno, avevo saputo che apparteneva al 138° Reggimento Fanteria, era caduto il 25 maggio 1917 sul Carso durante una delle battaglie dell’Isonzo; allora mio padre sapeva solo la data della morte del padre e non sapeva altro.
Alla costruzione del nuovo sacrario, le autorità Competenti dei Caduti in Guerra riportarono in ordine alfabetico lungo tutti i gradoni, i nomi dei caduti e al secondo gradone, al loculo n° 2201 c’è anche la lapide del “SOLDATO BARBALINARDO FRANCESCO 138° FANTERIA”.
Il sacrario militare di Redipuglia è il più grande sacrario militare d’Italia ed è uno dei più importanti, sorge all’interno del territorio comunale di Fogliano Redipuglia nella provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia, fu costruito in epoca fascista e dedicata alla memoria degli oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale.
Il mio povero nonno della classe 1884 parti per il “fronte” come si diceva allora e prima di partire il suo Comandante diede la possibilità d’incontrare i familiari così la moglie potette incontrarlo e fecero anche una foto ricordo. Il nonno non ritornò più al suo paese natio della Lucania e da caduto lasciò vedova la giovane moglie con quattro figlioletti.
Il Ministero della Guerra consegnò dopo fece pervenire alla nonna la Croce di Bronzo al Merito e a mio padre l’Attestato che poteva fregiarsi del Distintivo d’Onore quale figlio di caduto in guerra.
Alla scoperta della lapide presso il Sacrario di Redipuglia e del Museo dei Cimeli preparai un quadretto con la foto del nonno e la Croce al Merito e li inviai al Museo dei Cimeli, mi fu assicurata che fu esposta. In una mia successiva visita al sacrario nel 1988 quando portai mio padre in visita-pellegrinaggio nei luoghi dove suo padre era morto, ebbi l’occasione di vederla esposta all’interno del Museo.
Quella visita fu molto commovente poiché papà dopo oltre 70 aveva potuto visitare e vedere i luoghi dove suo padre aveva combattuto e perso la vita per la sua e nostra Patria e da semplice contadino quale era diviene per caso eroe di guerra rispondendo al dovere SOLDATO BARBALINARDO FRANCESCO PRESENTE.