mercoledì, Aprile 24, 2024
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LA COLONIA MILANESE DI CELLE LIGURE

di Carlo Radollovich

La mitica colonia di Celle, edificata sopra una collina dolcemente degradante verso il mare, eretta nel 1902 dall’Opera Pia Milanese per la cura balneare dei bambini tra i 6 e i 12 anni, non viene più utilizzata dalla Regione Lombardia dal 1997.

Un vero peccato. Non soltanto perché nel frattempo non si è più potuto usufruire di questa ampia e comoda struttura, ma anche perché le costruzioni si stanno purtroppo degradando. Per la verità, si era tentato di affidare il restauro a diverse imprese, ma una lunga serie di fallimenti aziendali, di rinvii a giudizio e di contenziosi, hanno di fatto bloccato qualsiasi tipo di intervento risolutore.

E’ interessante dare un breve sguardo a questa colonia che attende di riprendere le vecchie funzioni. E’ composta di tre grandi edifici, sorti tra numerosi palmizi e oleandri, che si presentano con una spiccata nota di maestosità. Due piazzali erano in grado di accogliere i bambini per i giochi all’aperto, una pineta di 35mila metri quadrati serviva per le passeggiate dei piccoli ospiti.

Un padiglione, che era stato intitolato a Rodolfo Sessa, un nobile milanese che elargì cospicui fondi all’Opera Pia, comprendeva quattro camerate e la lavanderia; il padiglione centrale era destinato alla direzione e a servizi vari (cucina per quei tempi moderna e forno per il pane); un terzo padiglione comprendeva sei camerate, anche queste con tanto di lavabi, servizi igienici e docce, nonché un ampio salone a pianterreno per la ricreazione dei bimbi durante le giornate piovose.

L’accesso alla spiaggia era consentito attraverso un comodo sottopassaggio (veniva così evitata la via Aurelia). Sopra la spiaggia, grazie ad un comodo viottolo, si giungeva ad un poggio sovrastante il mare di una quindicina di metri, che fungeva da solarium.

I piccoli ospiti (circa 1500) venivano divisi in tre turni da metà giugno a metà settembre, ma dagli anni Cinquanta la colonia funzionava, seppure solo in parte, anche permanentemente. Infatti, centoquaranta bambini che necessitavano di particolari cure, potevano essere ospitati nel padiglione centrale, dotato di alcune aule per l’istruzione elementare e di riscaldamento centrale.

Spiace che questo complesso non possa essere attualmente utilizzabile e soprattutto non consenta a diversi bimbi di sottoporsi alle necessarie cure elioterapiche.

Quando si risolveranno le attuali diatribe in tema di restauro ? Ci lasciamo con un simpatico auspicio, espresso in una frase appartenente ad una semplice poesia che alcune diligenti maestre degli anni Cinquanta avevano composto:

“Tornare a Celle questa è la speranza

che ci sostiene nelle avversità

per dare al corpo stanco la baldanza

e ritemprare in mar la volontà”.

 

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3 COMMENTS

  1. Passai 3 inverni nella colonia Baslini a metà degli anni 60. Avevo 5 anni la prima volta, 7 l’ultima.
    Era un lager.
    Le “signorine” andavano dall’indifferenza alla cattiveria. Di intenzioni educative in ogni caso non era neppure da parlarne. Frequenti le punizioni corporali.
    L’ultimo anno presi l’epatite B perché una specie di infermiera, senza nessuna prescrizione medica, prelevò il sangue per gioco a me e ad altri due bambini con il medesimo ago infetto.

  2. Oggi le strutture della colonia sono completamente degradate. Il tetto, tutto in amianto, non solo e’ sfarinato ma perforato in diversi punti. Insomma una vera e propria piaga ambientale per tutto il territorio circostante.

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