Come ogni anno, il 4 novembre, giornata della vittoria contro l’Impero Austro-Ungarico, ricorre la commemorazione dei caduti della Prima Guerra Mondiale italiana che si svolge presso i monumenti e i sacrari di ogni città e paese d’Italia. Il momento più importante di tali commemorazioni è quello che si svolge alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche civili e militari dello Stato presso l’Altare della Patria, il monumento storico dedicato al Milite Ignoto dove si ricordano i caduti di tutte le guerre e si celebra anche la ricorrenza della Festa della Repubblica del 2 giugno, oltre ad altri momenti di particolare rilevanza storica.
La commemorazione del 4 novembre prima era chiamata Festa della Vittoria della Prima Guerra Mondiale, mentre oggi viene celebrata come Giornata dell’Unità Nazionale e Giorno delle Forze Armate.
Quest’anno tale commemorazione assume un ruolo molto rilevante e di grande importanza poiché ricorre il centenario della traslazione e tumulazione del Milite Ignoto, le cui spoglie partirono dalla Basilica di Aquileia e furono portate a Roma presso il monumento nazionale del «Vittoriano» di piazza Venezia – anche noto come Altare della Patria – presso il quale vennero tumulate il 4 novembre 1921.
Per la cronaca va riferito che il 20 novembre dello scorso anno è stato sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la Commemorazione del Centenario della traslazione del Milite Ignoto al fine di celebrare, quest’anno, quel momento storico successivo alla Prima Guerra Mondiale, guerra a cui l’Italia prese parte dal 1915 al 1918.
Prima di descrivere la storia del Milite Ignoto è opportuna riportare in breve la storia di quello che fu l’avvio della Prima Guerra Mondiale il cui “casus belli”, come riportano gli storici, fu l’attentato all’Arciduca Francesco Ferdinando e a sua moglie Sofia avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo a cui seguì, il 28 luglio dello stesso anno, una lettera-ultimatum dell’Imperatore Francesco Giuseppe che portò a una mobilitazione generale e a dichiarazioni di guerra che coinvolsero diversi paesi europei. L’Italia il 3 agosto 1914 dichiarò la sua neutralità, salvo poi entrare in guerra l’anno successivo, precisamente il 24 maggio 1915. Senza entrare nel merito del periodo bellico, per l’Italia la guerra proseguì fino al 4 novembre 1918, giorno in cui venne emanato il bollettino del generale Armando Diaz che proclamava la fine delle operazioni di guerra e la vittoria dell’Italia contro l’Impero Austro-Ungarico.
Ma come si è arrivati al Milite Ignoto e alla sua traslazione?
Per arrivare a tale decisione, e nello specifico alla data del 4 novembre 1921, ci furono una serie di iniziative e percorsi che ne tracciarono il momento. Dopo la fine del conflitto mondiale, nei diversi luoghi dove erano state compite le operazioni belliche, iniziò l’opera di bonifica degli innumerevoli cimiteri di guerra sorti a ridosso delle trincee e diverse nazioni decisero di onorare il sacrificio e l’eroismo dei propri caduti in guerra dedicando loro monumenti e cercando anche un anonimo combattente caduto con le armi per dedicargli un monumento. In Francia la tomba del Milite Ignoto venne realizzata nel 1920 e posta a Parigi, sotto l’Arco di Trionfo, mentre in Inghilterra la salma si trova all’interno dell’abbazia di Westminster a Londra.
In Italia la proposta della ricerca di un milite ignoto venne fatta dal colonnello Giulio Dohet e, il 17 luglio 1920, con l’accordo tra la Società dei Reduci delle Patrie Battaglie e l’Unione Nazionale Ufficiali e Soldati, venne deciso che la salma di un soldato italiano morto in combattimento non identificato doveva essere solennemente trasportata a Roma. In un primo momento tale spoglia doveva essere posta all’interno del Pantheon, ma il 4 agosto 1921 la Camera dei Deputati approvò il disegno di legge sul Milite Ignoto con decisione della sepoltura presso l’Altare della Patria e lasciava il Pantheon ai Re d’Italia.
Il Milite doveva essere un militare che non si sarebbe mai potuto identificare e la scelta ricadde tra undici salme non identificate che provenivano dalle diverse zone di guerra, quali Rovereto, Dolomiti, Cadore, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele e Castagnevizza. Le salme, provenienti di tali luoghi, furono portate prima a Gorizia, poi furono trasportate nella Basilica Patriarcale di Santa Maria Assunta ad Aquileia e il 28 ottobre 1921 si procedette alla scelta della salma destinata a rappresentare il sacrificio dei caduti italiani.
La scelta venne fatta dalla popolana di Gradisca d’Isonzo, Maria Bergamas, il cui figlio Antonio Bergamas, un irredentista che aveva disertato l’esercito austriaco per arruolarsi nelle file italiane, risultava disperso. Le altre dieci salme rimasero ad Aquileia e vennero tumulate nel cimitero di guerra detto “Cimitero degli Eroi” a ridosso del tempio romano della basilica e poste presso l’Arcosolio, opera di Guido Cirilli.
La bara contenente la salma scelta, il 29 ottobre dello stesso anno, venne collocata sull’affusto di un cannone, scortata da reduci e militari decorati al valore e trasportata su una carrozza ferroviaria adattata per lo scopo, accompagnandola con tutti gli onori lungo il percorso ferroviario da Aquileia a Roma, dove il tutto si concluse solennemente, con una grande cerimonia partecipata, il 4 novembre 1921 con la tumulazione del Milite Ignoto nel sacello presso l’Altare della Patria.
La signora Maria Bergamas, deceduta nel 1953, venne tumulata il 4 novembre 1954 presso la base antistante il monumento dell’Arcosolio a simbolo di tutte le madri di guerra e madre di tutti i militi ignoti.
Dopo la destinazione del Milite Ignoto presso l’Altare della Patria, in ogni paese e città italiana iniziò la costruzione di sacrari, monumenti e lapidi dedicati ai caduti del primo conflitto mondiale. Il più importante in Italia è sicuramente il Sacrario militare di Fogliano Redipuglia, in provincia di Gorizia, edificato nel 1923 nei pressi del colle Sant’Elia grazie al Duca d’Aosta Emanuele Filiberto, comandante della IIIa Armata del Carso. In seguito, nel 1938, di fronte al colle venne costruito un nuovo Sacrario contenente 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale. Lì si trovano anche le spoglie di mio nonno, Barbalinardo Francesco, del 138° Fanteria posto presso il secondo gradone del Sacrario.