Nasce a Trapani nel 1924 e, dopo aver conseguito la maturità classica a pieni voti, si trasferisce a Palermo per iscriversi all’Accademia di Belle Arti, ove termina il suo percorso di studi nel 1947. Raggiunge poi una sorta di record artistico l’anno seguente, essendo invitata a esporre alla Biennale di Venezia.
Si sposa a ventisette anni con il pittore Antonio Sanfilippo e diventa presto madre di una bimba. Pochi mesi dopo inizia una strepitosa carriera internazionale tra Europa, Giappone e Stati Uniti esponendo a fianco di artisti di vero spicco come Alberto Magnelli, Alberto Burri, Antoni Tapies, Edwin Parker (meglio noto come Cy Twombly).
Da notare che la Accardi emerge con particolare dinamismo tra forme decisamente astratte e in un secondo tempo escono dalle sue mani colori brillanti che comunque si alternano ciclicamente al bianco e nero.
A metà degli anni Sessanta, sostituisce la classica tela con un materiale trasparente, decisamente innovativo, ossia il cosiddetto “sicofoil”, che lei presenta non al muro, bensì in particolari ambienti, creando interessanti spazi di luce e di colore.
Ma veniamo all’appartenenza di Carla Accardi all’Astrattismo che lei stessa definisce a volte “il mio impedimento” e in altre circostanze “la mia robustezza”. E si impone all’attenzione del pubblico con le sue “Tre tende” che potremmo definire un labirinto rosa e luminoso.
Lei stessa scrive: “Alla mia mostra con le Tende mi hanno abbracciata, ma non mi hanno registrato culturalmente”. Riferiamo inoltre del suo “Omaggio a Matisse” del 1981, aggiungendo che i suoi segni ricchi di colore, su tela grezza, riflettono in buona parte la vivacità dell’animo siciliano di Carla Accardi.
Da ultimo segnaliamo che lei appartiene al femminismo italiano unitamente a Carla Lonzi e a Elvira Banotti, avendo costituito il gruppo “Rivolta Femminile”.
Colpita da un improvviso malore nel febbraio 2014 si spegne a Roma nello stesso mese.