domenica, Novembre 17, 2024
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Il Cardinale Scola alla Triennale, simbolo di cultura

di Ugo Perugini

L’8 maggio, il Cardinale Arcivescovo Angelo Scola, come è tradizione, ha portato in “pellegrinaggio” la Reliquia del santo Chiodo, nell’ambito di quattro luoghi simbolici della città che si occupano della salute, della cultura, del lavoro e del mondo degli emigranti.

Per quanto riguarda la cultura, la tappa ha riguardato la Triennale, con la visita al Museo del Design, giunto alla settima edizione col titolo“Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione”. La Triennale resta uno dei luoghi che meglio rappresentano la creatività dell’uomo e la sua capacità di coniugare bellezza e funzione negli oggetti di ogni giorno, nell’architettura, nella moda, nell’arte, nell’artigianato.

L’incontro del Cardinale con alcuni rappresentanti delle istituzioni, dell’università, della cultura è stato un modo per capire come sia possibile uscire dalla crisi attuale, sfruttando il momento come stimolo verso una maggiore creatività, che favorisca la condivisione del patrimonio cognitivo della comunità, riservando una particolare attenzione ai più deboli e ai più giovani.

Il Cardinale Scola. Sullo sfondo la Croce
Il Cardinale Scola. Sullo sfondo la Croce

Particolarmente interessante l’intervento della giovane designer Elena Salmistraro, che ha sottolineato come la crisi l’abbia spinta a scegliere soluzioni pratiche, come l’autoproduzione, attraverso la realizzazione di oggetti in ceramica già pronti per la vendita. Accanto a questa logica nuova, in prospettiva, si augura che venga potenziato il sistema di rete, cioè la possibilità di lavorare in sinergia con altri designer, per essere ancor più competitivi e che, come già sta cominciando ad accadere, le donne svolgano un ruolo sempre più dinamico in questo ambito, fino a poco tempo fa appannaggio dei soli uomini.

Elena Salmistraro, Designer
Elena Salmistraro, Designer

Altro intervento da segnalare, quello dell’architetto Alberto Ferlenga, preoccupato di fronte alla crisi che sta attraversando l’architettura, capace solo di realizzare “pezzi” grandiosi ma senza avere una visione più ampia di insieme. Questo impoverimento riguarda soprattutto l’Occidente. In Africa e in Sud America, l’architettura appare più dinamica. Non è solo legata al potere ma presta attenzione e rispetto anche a quello che sta dietro, cioè le persone, i paesaggi, i territori.

A tal proposito, ha segnalato la posizione di un architetto, che è anche un religioso, Don van der Laan, che ha realizzato sette conventi di grande bellezza, il quale sostiene come la liturgia  sia simile all’architettura: la prima rende straordinari oggetti di uso comune (bicchiere, tavolo, pane, ecc.); l’architettura dovrebbe fare altrettanto, rendendo ogni oggetto, anche il più ordinario, straordinario. Purtroppo oggi è sempre meno così.

Il Cardinale Scola, sottolineando il valore simbolico del Santo Chiodo, ha accennato alla necessità delle persone di liberarsi da una sorta di autocentratura narcisistica che porta al male morale, cercando invece di edificare la propria vita con umiltà, perseguendo una riconciliazione tra diversi, per ritrovare il valore e il senso più autentico della propria esistenza attraverso il lavoro, la creatività, la condivisione  e, soprattutto, un più corretto rapporto con il creato.

Lo strano letto su cui Pier Luigi Torre studia le sue invenzioni
Lo strano letto su cui Pier Luigi Torre studia le sue invenzioni

Alla fine dell’incontro, una chicca davvero interessante. La regista Roberta Torre, nipote di Pier Luigi Torre, inventore della Lambretta, realizzatore di motori aerei per la transvolata oceanica, sognatore, utopista, anche botanico – creò un tipo di rosa dal colore blu – ha presentato lo spettacolo che dal 13 maggio si rappresenterà al Teatro dell’Arte e che si intitola, appunto, “Il colore è una variabile dell’infinito. Storia di lambrette, rose e matematica”. Un varietà teatrale e musicale di Roberta Torre con Paolo Rossi, il quale ha anche regalato al pubblico un’anteprima di una ventina di minuti, un assaggio davvero “goloso” e come sempre molto divertente dello spettacolo.

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