di Ugo Perugini#
Siamo tutti rimasti un po’ sorpresi dalla decisione degli inglesi di non restare in Europa, anche se un po’ ce lo aspettavamo. Abbiamo visto che sono state soprattutto le persone anziane e coloro che vivono nelle campagne a prendere questa decisione.
Non sappiamo valutarne le conseguenze e anche gli economisti sono tuttora piuttosto perplessi. Certo è che questa decisione porterà indubbiamente a un ridimensionamento del ruolo della Gran Bretagna e di Londra, in particolare, in Europa.
La cosa potrebbe non essere così negativa anche perché potrebbe rappresentare una buona opportunità per altre capitali per aspirare a occupare il ruolo che viene lasciato libero. Tra queste, possiamo mettere senz’altro Milano che ha le carte in regola visto che è una metropoli di caratura internazionale che si è conquistata grandi meriti in numerosi settori.
La capitale finanziaria europea, come noto, è Londra, dal momento che la Borsa di Milano è passata in mano agli inglesi e molte imprese italiane si sono spostate nel Regno Unito con la loro sede finanziaria anche perché lì il fisco è decisamente più favorevole. Con la Brexit Milano potrebbe riprendere fiato. Certamente sarà difficile che torni ad essere una capitale finanziaria perché il nostro sistema fiscale è più penalizzante ma potrebbe essere l’occasione per rivedere certe politiche facendo della nostra città una free zone cioè con agevolazioni per le imprese dal punto di vista fiscale, per tornare ad essere competitiva.
E’ un’opportunità interessante. Qualcuno dei nostri politici sembra essersene accorto, speriamo che vengano messe in atto iniziative per concretizzare queste idee.
Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, Londra potrebbe ridimensionare il suo peso in certi settori e consentire alla nostra città di riprendersi anche alcune eccellenze in ambito imprenditoriale, dei media, dell’istruzione, ecc.
In questo modo, si potrebbe contenere lo spostamento di certe start-up in Inghilterra, riuscire a trattenere i capitali per gli investimenti nel nostro Paese e così pure i giovani cervelli che in grande quantità hanno lasciato in passato l’Italia per andarsene a Londra.