di Carlo Radollovich
La mostra più attesa dell’anno, “Leonardo da Vinci. 1452-1519”, promossa dal Comune di Milano e sostenuta da Bank of America, Merril Lynch, Snam e Salone del Mobile, verrà inaugurata stasera a Palazzo Reale.
Tra le duecento opere circa, distribuite con taglio assai originale (in sostanza, non un percorso cronologico, ma un viaggio tematico), un dipinto leonardesco risulta sicuramente di notevole spicco: la “Belle Ferronière”.
Subito viene da chiederci chi fosse questo elegante personaggio, abilmente raffigurato, dalle fattezze quasi appartenenti ad una donna dei nostri giorni.
Si dice che Leonardo abbia voluto ritrarre Lucrezia Crivelli, amante di Ludovico il Moro, ma la cosa non è storicamente provata. Infatti, alcuni studiosi, sulla base di alcune leggende sorte all’inizio del XVI secolo, vorrebbero identificarla come la moglie di un noto mastro ferraio. Essa tradì subdolamente il marito per unirsi a Francesco I di Valois.
Ma ammettiamo ipoteticamente che il quadro raffiguri la Crivelli, l’amica di Ludovico e, in precedenza, fidata dama di compagnia della moglie Beatrice d’Este, che al marito aveva donato con sincerità tutto il suo amore. Non solo. Ricordiamo la sua visita ufficiale a Venezia nel 1492 come ambasciatrice del Moro, che già in quell’anno aspirava a diventare duca di Milano. Per la raffinata e coltissima Beatrice si trattò di uno splendido successo a livello personale, ma purtroppo non sotto il profilo politico perché la Serenissima era restia all’investitura di Ludovico. Ma quel viaggio significò pur sempre il grande affetto di Beatrice per la sua famiglia.
Non così fu l’animo del Moro, il quale, nell’anno stesso in cui la moglie moriva di parto (1497), otteneva un figlio da Lucrezia, ovviamente illegittimo, Giovanni Paolo I Sforza, noto condottiero, divenuto in seguito marchese di Caravaggio. Accortasi della tresca qualche mese prima di morire, Beatrice si impegnò con tutte le sue forze nel tentativo di bandire la Crivelli dalla corte di Milano, ma tutte le sue giustificate azioni non andarono in porto.
Quando il Moro perse tutti i suoi titoli e il trono (1499), Lucrezia Crivelli ebbe la sfacciataggine di chiedere la protezione di Isabella d’Este, sorella maggiore di Beatrice, trasferendosi a Rocca di Canneto nei pressi di Mantova.