Bernabo’ Visconti (1321 – 1385) alloggiava anche in un sontuoso palazzo fatto erigere sul luogo di una vecchia canonica. Per la sua crescente passione cinofila (si dice che possedesse un migliaio di mastini), l’elegante costruzione venne battezzata dal popolino “Ca’ di can” (Casa dei cani, in dialetto lombardo).
Qui visse per alcuni anni con la moglie Regina della Scala, a cui era molto legato, ma la sua innata passione per le belle donne si concretizzava in una corposa serie di amanti, tenuta rigorosamente segreta. Infatti, essendo un severo fustigatore dei cattivi costumi e delle infedeltà, non avrebbe mai ostentato, nemmeno ufficiosamente, la più piccola delle sue “conquiste”.
Ma una sua favorita tra le favorite, una certa Giovannola Montebetto, gli diede una figlia di nome Bernarda, poi cresciuta a palazzo, sulla cui paternità esistevano pochi dubbi. Questa bimba, dai capelli biondo-oro, cresceva alta e slanciata, decisamente più grande della sua età (appena quattordicenne), tanto che Bernabo’ la diede in sposa ad un maturo signorotto bergamasco, tale Giovanni Suardo, con una dote di 700 zecchini.
Il matrimonio, celebrato nel 1367 nel castello di Bianzano, si rivelò ben presto infelice e Bernarda decise di tornare a Milano, trascorrendo giorni ricchi di avventure galanti. Ma un giorno venne sorpresa da Bernabo’ tra le braccia di un dongiovanni di corte, Antonio Zotta. Venne subito imprigionato, accusato vigliaccamente di furto, per poi essere impiccato.
Restava da punire la ragazza che, in via normale, avrebbe meritato la pena di morte per adulterio. Ma il duca non poteva esporsi a tanto e, in carcere, la sottopose a crudeli trattamenti che iniziavano con dolorose frustate per poi proseguire con getti di acqua fredda in pieno inverno. Unici alimenti: pane e acqua.
Dopo mesi di torture, la poveretta trovò serenità nella morte. Ma la storia non termina qui. Dopo un anno dalla sua dipartita, alcuni cortigiani avvertirono Bernabo’ che una ragazza dalle identiche fattezze di Bernarda, si aggirava per le strade del centro.
Spaventatissimo, il duca fece effettuare accurate ricerche, perquisizioni, anche arresti, facendo persino riesumare i resti della figlia, temendo qualche stregoneria. Ovviamente, nessun seguito. Bernabo’ mori’ nel 1385, ma all’inizio del Quattrocento alcuni fedeli affermavano che il fantasma di Bernarda, si aggirava verso sera nel chiostro della chiesa di Santa Redegonda.