venerdì, Novembre 15, 2024
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ALESSANDRO MANZONI IN DUOMO QUANTO PRIMA ?

di Carlo Radollovich

Quando i milanesi appresero la notizia della morte dell’illustre poeta (22 maggio 1873), si sentirono profondamente scossi. Tanto da indurre ambulanti e venditori della sua immagine nel proporre insistentemente l’affissione di un suo indelebile ricordo su molte case della nostra città.

Le manifestazioni di affetto nei suoi confronti culminarono durante i suoi funerali (29 maggio) e in migliaia seguirono il feretro tra preghiere e momenti di vera ovazione.

Le personalità presenti, tra cui il ministro degli Esteri Emilio Visconti Venosta, il futuro re Umberto I e le massime autorità dello Stato, sembravano quasi farsi da parte per lasciar spazio alla gente con le lacrime agli occhi.

Questa sera alle ore 19, in Duomo, si moltiplicheranno le manifestazioni di stima e di affetto per “Don Lisander” quando brani e diversi passi di alcune sue opere verranno recitati tra le navate di un tempio a lui sempre molto caro.

In particolare, si darà spazio agli Inni Sacri (di contenuto religioso, frutto della sua conversione, per certi versi traumatica, avvenuta nel 1810) e alle Odi Civili (un’autentica sintesi del pensiero manzoniano, legato alla sua religiosità molto profonda).

Non è escluso, allo stesso tempo, che si torni a discutere su un tema ricorrente sino a qualche anno fa e cioè la traslazione in Duomo delle sue spoglie. Infatti, nel 1964, il cardinale Colombo espresse dal profondo del suo cuore un grande desiderio: si rivolse alla giunta di Palazzo Marino affinché Alessandro Manzoni potesse definitivamente riposare sotto le guglie del nostro Duomo.

Si riuscira’ a far sì che Il Manzoni abbandoni il Famedio per essere tumulato in quel tempio, da sempre considerato la culla della fede e della religiosità cittadina?

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