Ci troviamo in una cascina del Milanese nell’aprile del 1812, ove l’operaio Alessandro, chiamato in dialetto Lisander, tutto lavoro e casa, vive particolarmente legato alla mamma poiché il padre è deceduto da alcuni anni a seguito di una grave malattia.
Lisander ha una fidanzata molto giovane, di nome Erica, una personcina davvero a modo, assai innamorata del suo ragazzo. I due, d’accordo con le rispettive famiglie, decidono di unirsi in matrimonio fissando addirittura una data e cioè settembre.
Da quel momento Erica si mostra raggiante e con il morale alle stelle. Inizia con decisione a confezionare il proprio corredo, sostiene pure qualche spesa in attesa del tanto sospirato giorno del “si”. Ma una sera Lisander tarda al consueto appuntamento con la fidanzata e la ragazza comincia a preoccuparsi, temendo che gli sia capitato qualcosa.
Finalmente riappare con qualche ora di ritardo, quasi stravolto, con un viso molto corrucciato. Erica vuole subito conoscerne le cause e Lisander le dice tout court che Napoleone ha bisogno di soldati e che sta formando truppe da destinare alla campagna di Russia.
Entro due giorni dovrà presentarsi al comando di Milano per la necessaria visita medica. Erica si mette a piangere anche perché ritiene che Lisander starà lontano da lei per parecchi mesi. Egli non ama i francesi, ma, ritenuto abile, viene arruolato per una partenza a brevissimo termine.
Erica decide di accompagnarlo con il suo calesse sino al punto di ritrovo con i commilitoni. Si sta però scatenando un forte temporale e i due ragazzi, in cerca di un riparo, trovano rifugio in un vecchio casolare abbandonato. Qui la fidanzata scorge un bianco gelsomino, (vedi foto) simbolo di fedeltà, e un virgulto di colore rosso. Con una cordicella li lega assieme e dona il tutto al suo amato.
Nel frattempo la pioggia cessa e i due possono ripartire per Milano, ove Lisander la lascerà dopo molti baci e abbracci. Lei piange a dirotto e si domanda se potrà mai rivederlo. Decide, preavvisando i genitori, di raggiungere spesso la vecchia casa in cui stava per l’ultima volta con lui e prega di continuo affinché l’amato possa presto ritornare.
Ma una disgrazia è purtroppo alle porte. Erica, varcando la soglia del vecchio casolare, inciampa in un legno, cade e sbatte violentemente la testa. I genitori, impensieriti perché non la vedono rientrare, la raggiungono dopo alcune ore e la trovano senza vita. Costernati, vedono spezzarsi tutti i sogni della giovane.
Terminata la campagna di Russia, i pochi superstiti rientrano alla base e tra questi, dimagrito e lacero, il povero Lisander che desidera abbracciare subito Erica. Informato sull’accaduto, non si da’ pace, e vivrà per molti anni nella tristezza più nera, tanto che non si legherà mai ad una nuova ragazza.