Vivace protagonista della letteratura del Novecento, Alba de Céspedes nasce a Roma nel 1911 da madre romana e da padre cubano, ambasciatore di Cuba presso la capitale. Bilingue perfetta (italiano e spagnolo), preferisce tuttavia esprimersi nel nostro idioma.
A ventiquattro anni pubblica una raccolta di racconti brevi dal titolo “Anima degli altri”, raccolta che costituisce l’inizio dei suoi undici romanzi che riscuotono successo e sono oggetto di grande popolarità, soprattutto tra il mondo femminile.
Probabilmente perché al centro di molte sue trame vi è quasi sempre la figura di una donna, figura che viene tratteggiata con quella grande abilità che la contraddistingue.
Il primo dei suoi romanzi, “Nessuno torna indietro”, è osteggiato accanitamente nel corso del Ventennio perché Alba descrive un profilo di donna garbatamente astuto e soprattutto autonomo, profondamente in contrasto con quegli ideali fascisti basati sulla “regina” del focolare, tutta casa e famiglia.
Il marcato conflitto con il Regime si fa sempre più aspro, tanto che la scrittrice viene imprigionata nel corso del 1935. Scarcerata, partecipa attivamente alla Resistenza sotto il nome di Clorinda, effettuando interventi alquanto rischiosi.
Poco prima della fine della guerra fonda una rivista letteraria dal titolo “Il Mercurio”, alla quale aderiscono diversi nomi di spicco. Conclusa questa sua esperienza (1948), collabora con La Stampa di Torino e successivamente con Epoca, per poi dedicarsi, quasi esclusivamente, ai suoi libri.
Nel 1949 esce “Dalla parte di lei” che ottiene grande consenso da parte dei lettori per le particolari e incisive atmosfere umane descritte. Il suo senso di emancipazione, sempre più spesso sottolineato, esplode in una sorta di denuncia contro il nostro vivere sociale.
Sono pure testimoni di questo suo atteggiamento i libri “Quaderno proibito”, “Il rimorso” e “Prima e dopo”. Nel 1960 decide di lasciare l’Italia per trasferirsi a Parigi e qui pubblica “La bambolona” e “Nel buio della notte”, tradotto dal francese.
L’ultimo suo romanzo “Con gran amor”, dedicato a Fidel Castro e a Cuba, rimane incompiuto a causa della morte che la coglierà nella capitale di Francia, a ottantasei anni, nel novembre del 1997. Tutte le carte del suo archivio, che illustrano il suo percorso umano e letterario sono state donate, otto giorni prima della sua dipartita, agli Archivi Riuniti delle Donne, con sede a Milano.
Donna assai tenace, anche se a volte recalcitrante, Alba de Céspedes ci lascia libri imperniati su uno stile tutto suo, quasi perfetto nella costante singolarità, fondato su quegli ideali di ricerca della libertà per i quali si è sempre battuta.