di Carlo Radollovich
Su “ilMirino” del 10 ottobre scrivevamo tra l’altro che la qualità dell’aria milanese, con l’avvicinarsi della brutta stagione, sarebbe senz’altro peggiorata.
Ora, anche se il limite massimo dei 35 giorni veniva in passato superato già nei primissimi mesi dell’anno (questa spada di Damocle per i nostri polmoni si presenta adesso soltanto nella terza decade di ottobre), permane il fatto che il tetto d’inquinamento è stato in ogni caso raggiunto.
L’Unione europea non fa sconti e, se la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo viene superata dopo l’arco di tempo accennato, si deve prontamente correre ai ripari.
Purtroppo, i primi nuovi divieti concernenti l’Area C partiranno soltanto tra il prossimo mese di novembre e il febbraio 2017 e tutte le misure che sono state sinora adottate si sono rivelate insufficienti.
Occorre accelerare al più presto la messa in opera di provvedimenti affinché si possa ritornare a respirare aria salubre. Ad esempio, dovrebbero essere messe al bando le caldaie a gasolio (sono attualmente attivi circa tremila impianti in città) e da prendere in considerazione ci sarebbe pure lo stop da impartire ai veicoli Euro 3 diesel (più di centomila mezzi in circolazione a Milano e provincia). E poi si dovrebbero offrire incentivi per poter garantire una ecologica emissione dei fumi provenienti dagli edifici e sensibilizzare i cittadini a proposito della difesa dell’ambiente in generale, per consentirci di poter finalmente godere nella metropoli di una vita più sana. Confidiamo nei controlli a tappeto, in tema di inquinamento, che ci sono stati assicurati proprio in questi giorni dalle competenti autorità.
Infine, per quanto riguarda le zone a traffico limitato, tali restrizioni non dovrebbero essere effettuate soltanto in Milano, ma anche nei vari centri della Provincia. E che dire della mobilità elettrica ? Perché non ribadire la necessità di aumentare il numero di veicoli con questo particolare tipo di trazione?