di Carlo Radollovich
Vi sono diversi volontari che si prefiggono di tenere pulita l’intera area ovviando alla presenza di spazzatura e cartacce varie, ma non sono in grado di mantenere pulita l’intera area, soprattutto perché è difficoltoso eliminare quel fitto tappeto di erbacce che continua a proliferare e che richiederebbe la presenza di personale specializzato.
A ciò si aggiungono le soste selvagge delle auto e una quasi mancanza di controlli. Per non parlare del bacino d’acqua ove le alghe, a pochi giorni dall’inizio dei campionati italiani di canoa, continuavano a riprodursi. Fortunatamente, per non veder naufragare l’importante manifestazione sportiva, ci si è messi di buzzo buono e lo sgombero è praticamente ultimato.
Perché la situazione relativa a questo lago artificiale si è fatta così precaria? Mancano i quattrini necessari, almeno da quando la Provincia ha affidato alla Città metropolitana di Milano tutti i compiti relativi alla manutenzione. Non solo per quanto riguarda il verde, ma anche per le varie necessità di natura idraulica, il mantenimento della sicurezza, le spese per l’energia elettrica a cui si deve far fronte. Certo, lo spazio che coinvolge l’intera area dell’Idroscalo è enorme e sfiora i due milioni di metri quadrati: la metà occupata dal bacino d’acqua e l’altra da prati e da monumentali esemplari d’albero.
E il contratto relativo al mantenimento del verde (sano) privo di erbe infestanti? Risulta scaduto dal 2015 e non è ancora stato rinnovato. Le lamentele dei cittadini si fanno pressanti e percorrere a piedi i sei chilometri del perimetro lacustre (sono molti gli amanti degli sport podistici), richiama alla memoria solo impurità ambientali e addirittura spazzatura maleolente.
Tuttavia, a dimostrazione dell’affezione che i milanesi nutrono per l’Idroscalo, si è riscontrato, nel solo mese di agosto, la presenza di ben 15mila cittadini, i quali ritengono, malgrado le difficoltà accennate, come questo spazio pubblico rivesta ancora notevole importanza.
Occorre prontamente correre ai ripari affinché questa deriva non peggiori. Occorre reperire fondi al più presto (la manutenzione annua del bacino, quella che per ora non esiste, costa un milione e mezzo di euro) . Perché non si indicono bandi per poter poi iniziare le necessarie operazioni di ripristino?
Le attrezzature sportive in loco attendono impazienti di essere contornate da un ambiente ritornato a fiorire. E tutti ci auguriamo che l’equitazione, il rugby, il tennis, la pallavolo, gli sport relativi al canottaggio e alla vela, solo per citare alcune attività, possano essere finalmente praticate in quel contesto, pulito e sereno, che da più di un anno desideriamo.