Bisogna riconoscerlo, l’amministratore di condominio nell’immaginario collettivo non ha una fama particolarmente positiva. Ricordate Benigni nel film Il mostro, quando, dopo essere stato accusato di aver rubato un nano da giardino, si propone di diventare il nuovo amministratore di condominio? Oppure, per venire a un’epoca più recente, l’amministratore nazista dei Soliti idioti che gestisce il condominio come un lager o la “terrificante” e grottesca riunione condominiale in casa Fantozzi? Insomma, parlare di amministratori di condominio senza pregiudizi non è facile.
D’altra parte, quale professione è esente da critica? Nella migliore delle ipotesi, si immagina di avere a che fare con persone che sanno parlare solo in termini di entrate e uscite, fatture, bilanci, aridi numeri, per i quali i millesimi non sono certo quelli di una buona bottiglia di champagne.
Eppure, esiste anche un’altra realtà. Una specie di mondo parallelo dove sembra che i luoghi comuni legati a questa professione cadano uno per uno. Sto parlando dello Studio Sozzi srl e, in particolare, dello staff di giovani che al suo interno si prodiga per svolgere bene il proprio lavoro, ognuno nell’ambito del ruolo che gli è affidato (settore legale, fiscale, contabilità, manutenzioni, ecc.) nell’interesse dei propri condomini con serietà, correttezza e trasparenza. Il tutto − udite, udite − in un clima di reciproco rispetto, grande armonia e massima collaborazione.
Vale la pena, allora, conoscere uno per uno i componenti di questo staff così anomalo.
Non me ne vorranno i titolari “storici” dello Studio, Alfredo e Monica Sozzi, se in questo caso non mi occuperò di loro, dando per scontato – anche se scontato non è − che dietro a questo team di giovani che lavora così bene non può non esserci l’esperienza, la professionalità e la cultura di chi ha da anni la responsabilità di una attività tanto impegnativa quanto delicata. Prima, però di descrivere una per una le nuove leve, una segnalazione particolare va ad Alessandra, che è entrata a sedici anni nello Studio Sozzi, quando ancora era guidato dal padre di Alfredo, Ermenegildo, e, dopo alterne esperienze all’esterno, è rientrata dieci anni fa, assumendo il ruolo di responsabile della contabilità e del bilancio.
Persona seria, precisa fino alla pignoleria, sempre assolutamente affidabile. Non l’ho conosciuta direttamente perché è meglio non disturbare Alessandra nel suo lavoro, ma mi unisco volentieri al plauso comune.
E veniamo ai nostri cinque giovani, cominciando da Angelo La Rosa, che giovanissimo non lo è più (30 anni, però, per i parametri gerontocratici della nostra società sono ancora pochissimi!). Diplomato in ragioneria, opera presso lo Studio Sozzi dal 2005. Ora, in pratica, è libero professionista, disponendo di partita Iva, si occupa degli aspetti relativi alla manutenzione, ma già amministra autonomamente qualche stabile. Angelo ha un figlio di quattro anni e il lavoro che fa è proprio quello che desiderava fare da ragazzino. La cosa può sembrare strana. I sogni dei bambini, circa la loro vita futura, sono sempre piuttosto fantastici, aspirano a diventare astronauti, esploratori, al massimo calciatori. In realtà, Angelo c’era quasi riuscito a diventare un buon calciatore.
Ha fatto parte delle squadre giovanili del Milan e ha giocato anche in serie C, a fianco di numerosi campioni, tra i quali Sammarco e Borriello. Poi, però, ha prevalso la sua prima passione e ora svolge il suolavoro con impegno e serietà. Tra le sue aspirazioni, in futuro c’è quella di avere uno studio tutto suo. Ma riconosce che ha ancora da imparare.
Il secondo giovane è FabioLa Rosa, fratello di Angelo, che di anni ne ha 21. Anche lui è diplomato in ragioneria e lavora presso lo Studio Sozzi dal 2011. Si occupa di front office e di segreteria. Avendo come modello il fratello più grande e disponendo di un buon fisico, ha mutuato la passione per il calcio, anche se al momento ha abbandonato questa strada. Chiediamo ad Angelo quali sono gli aspetti più problematici della sua professione. Ci risponde che, con la crisi, il rapporto con i condomini si è fatto un po’ più difficile. Le persone vedono nell’amministratore un capro espiatorio e, naturalmente, sono sempre più attenti alle spese. In questi casi, occorre avere una grande capacità di ascolto, senza eludere le loro richieste, ma, al contrario, cercando di accontentarli ove possibile. Un lavoro non facile di diplomazia che è reso ancora più complesso dal fatto che, a seguito delle recenti normative, il compito dell’amministratore si è complicato e le responsabilità di tipo legale, fiscale, economico, amministrativo, ecc. sono enormemente aumentate. Non si è voluto introdurre un albo che garantisse questa professionalità, ma è indispensabile che ognuno si impegni in prima persona sia per l’osservanza dei principi deontologici che stanno alla base di questo lavoro sia per mantenersi aggiornato attraverso corsi di formazione continua.
Veniamo ora alle tre figlie di Alfredo e Monica Sozzi che operano all’interno dello Studio arrivato quindi alla terza generazione. Qui si può introdurre il termine di “impresa famigliare” con tutto quello che ciò comporta.
In genere, la letteratura economica su questi aspetti è piuttosto critica, in quanto valuta la sovrapposizione di due dimensioni, quella razionale e quella emozionale, come un fatto che può danneggiare il perseguimento degli obiettivi di un’azienda. Non sta a me dare giudizi in questo senso, ma l’approccio che ho avuto con le tre giovani ragazze di studio mi pare tutt’altro che negativo. In altri termini, si intuisce in modo netto che quando si parla di lavoro e si devono affrontare temi concreti a esso legati, i rapporti famigliari passano giustamente in secondo ordine. Questo è un segnale che garantisce la serietà e la correttezza di comportamento.
È proprio da Altea Sozzi che arriva questa suggestione. La ragazza, che ha 24 anni, lavora ormai da cinque, presso lo Studio Sozzi. I suoi studi classici le hanno consentito di avere l’elasticità mentale necessaria per affrontare questa esperienza, anche se forse non era proprio nelle sue corde. La passione con la quale ha svolto il suo compito l’ha ripagata dei sacrifici che ogni giorno le vengono richiesti. Non ci sono orari di lavoro: spesso, infatti, occorre partecipare alle riunioni di condominio fino a tarda sera. Il carico lavorativo eccessivo e le responsabilità crescenti creano un forte stress e Altea, che è fidanzata, si chiede se in futuro le sarà possibile conciliare i suoi impegni famigliari con quelli relativi alla propria professione. Sacrosanta preoccupazione, per una giovane donna che come hobby, tra l’altro, ha quello di viaggiare e stare in compagnia con gli amici. Ma, ciononostante, il clima negli uffici resta piacevole e lo spirito di collaborazione non viene mai a mancare.
Lo conferma anche la più giovane delle tre figlie, Amarilli (21 anni) che da due segue l’attività dello Studio. Lei cerca di non farsi troppo ingabbiare dalle esigenze del lavoro e si è ritagliata degli spazi per sacrificare il meno possibile le attività che la appassionano di più: lo studio delle lingue, spagnolo e arabo (ma la ragazza, che ha frequentato il liceo linguistico, conosce già bene anche l’inglese e il francese) e l’attività sportiva, visto che ama il nuoto. La sua esuberanza e simpatia serve indubbiamente per alleggerire l’atmosfera quando si fa pesante e favorire un clima disteso e collaborativo.
Aglaia è la maggiore (26 anni) sposata da qualche mese, ha frequentato il liceo scientifico e conseguito la laurea in economia aziendale, partecipando anche a numerosi stage in altri settori. Attualmente lavora a diretto contatto con Angelo, fungendo da segretaria e occupandosi dei sinistri, aspetto assolutamente delicato, soprattutto per quanto riguarda i rimborsi delle assicurazioni ai danni lamentati dai condomini e le loro richieste che occorre mediare. Aglaia è una buona forchetta e sa anche destreggiarsi in cucina, se pure il marito, in certi casi, si dimostra decisamente più professionale di lei ai fornelli.
Ma, sto dimenticando un altro personaggio importante dello staff. Non è un esperto, ma è sempre presente e controlla che tutto fili liscio e che, ogni tanto la sua padroncina, Aglaia, lo accompagni fuori per “sgranchirsi le zampe”. Ebbene, sì, parliamo di un cane, Aiglon (altro nome originalissimo) che con il suo muso simpatico e il suo festoso scodinzolio mette allegria e serenità. Anche in azienda la “pet terapy” può funzionare ed essere un elemento di promozione di benessere!
Questa è la panoramica, per forza di cose molto rapida, che illustra le figure dei giovani che lavorano presso lo Studio Sozzi. Un team bene affiatato, e preparato, visto che ognuno di loro ha frequentato il corso di formazione per amministratori ANACI, sostenendo l’esame finale. Un team che grazie al coordinamento dei gestori “storici” dell’azienda, si impegna quotidianamente alla manutenzione e alla conservazione degli stabili nell’interesse dei condomini. Compito delicato e di grande responsabilità, considerato anche che il patrimonio immobiliare è una delle ricchezze del nostro Paese, e per il quale ognuno di noi, che sta dall’altra parte della barricata, dovrebbe forse avere maggiore comprensione e considerazione.
Ugo Perugini