di Stefania Bortolotti
Da Adda Editore di Bari, il libro “Cose di case…chiuse” (pagg. 172) scritto da due bravi giornalisti: Nicola Simonetti e Mimma Sangiorgi. Nella Prefazione Umberto Veronesi sostiene con convinzione che questo libro dovrebbe diventare un testo fondamentale per l’educazione sessuale che nelle nostre scuole, a differenza di altri paesi, non è materia d’insegnamento obbligatorio. E una qualsiasi indagine sul tema sesso dimostra purtroppo quanto essa sarebbe indispensabile.
Perché la nostra è ancora una società fondamentalmente maschilista e il retaggio più triste è proprio il meretricio, dove la donna è una merce di scambio, con tutte le violenze che l’accompagnano. Il libro ne affronta tutti gli aspetti, da quello fisico a quello psichico, a quello sociale mettendo in risalto come abbia inciso profondamente sui comportamenti e le abitudini sessuali della società, in particolare quella italiana.
Ciò che ne emerge è la necessità di sostenere una “campagna etica” per garantire a giovani e non giovani un’informazione che educhi responsabilmente alla vita sessuale. Perché l’atto sessuale è parte integrante del concetto di salute, così come la definisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplice assenza di malattia”. E l’amore fisico è un momento importante della realizzazione di una persona, un atto che deve prima di tutto avere in grande rispetto la dignità del proprio partner.
Il volume prende in considerazione episodi, storie, legislazioni, passa in rapida rassegna i rituali di virilità, il ruolo plurivalente della donna, la storia della sessualità come aspetto particolare dell’insieme delle convenzioni sociali. Un libro di “ricordi”, non personali, ma professionali. Gli Autori considerano e denunciano il mancato rispetto delle tutele di legge e la caranza delle misure di protezione e di rispetto per la persona ed esaminano psicologia, atteggiamenti e motivazioni, anche dei “clienti”. Conclude Veronesi: “ma gli uomini che acquistano sesso, scrivono Mimma e Nicola, hanno un’immagine degradante delle donne. Ed è purtroppo vero”.