venerdì, Novembre 22, 2024
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Il Teatro della Memoria: il futuro tra passione e ricordo

Piccolo (100 posti), intimo ma accogliente. Il Teatro della Memoria, in via Cucchiari, fondato nel 1998,  è la creatura di Aleardo Caliari, autore, regista, attore, morto due anni fa. E la presenza  del fondatore è ancora palpabile, grazie alle numerose locandine di spettacoli passati appese all’ingresso, e agli oggetti di scena appartenuti a lui o a grandi attori che si sono avvicendati sul piccolo palcoscenico, come Piero Mazzarella.

Il giovane Aleardo Caliari

Che lo spirito di Aleardo aleggi ancora molto vivo in questo luogo, pervaso da una laica sacralità (mi permetterete questo ossimoro), lo si deve anche ad alcuni suoi fedeli collaboratori, che ne hanno raccolto il testimone,  e proseguono la strada da lui tracciata, con passione e un entusiasmo davvero contagioso.

Quando li incontro, stanno provando lo spettacolo “50… ma non li dimostra!”, la commedia musicale scritta dallo stesso Caliari, che, all’epoca, ebbe un grande successo, e che andrà in scena domenica 10 marzo, come affettuoso omaggio alla sua memoria.

Dopo la morte di Aleardo Caliari, la moglie, Gianna Fornaciari, si è presa l’onere di portare avanti questa iniziativa culturale che, da anni, offre al pubblico spettacoli originali, cercando di valorizzare il repertorio teatrale e musicale milanese, e lombardo in generale.

Gli attori che mi accolgono nel piccolo foyer sono Domitilla Colombo, Ivana Turchese, Alberto Grasso, Beatrice Rossetti, Ylenia Raviola. Manca all’appello il Maestro Paolo Beretta, che accompagnerà al pianoforte le loro esibizioni.

Domitilla Colombo – approdata, recentemente, anche al Gerolamo tiene, in particolare, a sottolineare come le rappresentazioni ospitate nel teatro, a fianco di testi in lingua italiana, pongano grande attenzione al dialetto meneghino (dal personaggio di Meneghin, maschera della Commedia dell’Arte di fine Seicento). Il tutto con un’opera di recupero di testi storici dialettali, svolta con intento filologico, e che spazia su una serie di autori di livello: da Carlo Maria Maggi, Carlo Porta, Cletto Arrighi, Carlo Dossi, fino a nomi più contemporanei come Carlo Bertolazzi, Delio Tessa, Carlo Emilio Gadda, Giovanni Testori, Umberto Simonetta, Guido Oldani. 

Ivana Turchese Colavito è cantante lirica, soprano, mezzosoprano, con un curriculum di tutto rispetto: si è esibita nei più importanti teatri d’opera italiani, a partire dalla Scala di Milano, accanto a personaggi del calibro di Luciano Pavarotti e Katia Ricciarelli, e sotto la guida di direttori come Claudio Abbado e Daniel Oren, solo per citarne alcuni. Ma Ivana ama, soprattutto, il mondo delle operette. Ricorda con piacere il successo che, proprio presso il Teatro della Memoria, hanno avuto, in passato, le repliche di classici come, ad esempio,  “La vedova allegra” e “Il paese dei campanelli”.

Alberto Grasso, attore e cantante, è un acquisto più recente del Teatro della Memoria, ma tiene, in particolare, a ricordare i numerosi spettacoli messi in scena negli anni trascorsi (oltre un migliaio, compresi quelli di burattini), e, soprattutto, gli interpreti prestigiosi che hanno calcato le tavole del palcoscenico. Solo qualche nome, tra i tanti: il già citato Piero Mazzarella, Nanni Svampa, Walter Valdi, Roberto Brivio, Enrico Beruschi, Marina Fabbri, Rosalina Neri, Liliana Feldmann, Anna Priori, Mirton Vaiani, Chicca Minini, il drammaturgo Luigi Lunari e registi come Franco Friggeri e  Vito Molinari.

Beatrice A. Rossetti, moglie di Alberto Grasso, ci anticipa alcuni spunti che verranno affrontati nella commedia musicale in scena il 10 marzo e intitolata “50… ma non li dimostra”, dedicata al periodo storico del secondo dopoguerra: ai costumi, alle musiche, al clima di speranza e ottimismo che, in quegli anni, animava gli italiani, desiderosi di riprendersi la loro libertà, e migliorare la loro vita con un occhio ai modelli che arrivavano da oltreoceano.  Un bagno nel passato che piacerà alla generazione del Baby Boom, ma anche alle altre successive che, purtroppo (e, forse, non a torto), sembrano nutrire poca fiducia nel futuro.

Una delle ultime interpretazioni di Aleardo Caliari

Ylenia Raviola, la più giovane componente della compagnia (26 anni), ci lascia, perché ha le prove del balletto, con un sorriso che conferma la sua passione per questo mestiere, e rappresenta il segnale che il fascino del teatro è contagioso, e la sua magia, per fortuna, è destinata a perpetuarsi.  Il motivo è molto semplice: il bisogno di sognare non può mai venire meno.

Domenica 10 marzo, ore 16, Teatro della Memoria, via Cucchiari 4, biglietti: intero 15/ridotto 10 euro. Per prenotazioni: tel. 02 313663 www.teatrodellamemoria.it

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