di Carlo Radollovich
Dopo la nutria, sarebbe stato impossibile non occuparci di un altro mammifero che si sta diffondendo in Lombardia a buoni ritmi: il procione, denominato anche orsetto lavatore perché tasta il cibo con le zampette anteriori prima di ingerirlo, eliminando così parti indesiderate (operazione facilitata grazie all’azione dell’acqua).
Questa volta però, a differenza della nutria che provoca enormi danni nella nostra regione pari a 450mila euro circa all’anno, l’animaletto procione, con la curiosa mascherina nera e che si muove preferibilmente di notte alla ricerca di cibo (mangia di tutto), suscita le simpatie di molti, creando, per ora, guasti contenuti.
Ma, ammettiamolo, quando si intrufola tra i pollai e li mette a soqquadro per gustarsi qualche gallina, i contadini non possono di certo considerarlo un ospite gradito…
Essendo inoltre un ottimo arrampicatore, non esita a salire sui tetti delle case in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti e a Fara d’Adda, nei mesi scorsi, si scoprì che la base di alcune antenne televisive erano state rosicchiate proprio dai procioni.
Come è arrivato tra noi ? I primi avvistamenti risalgono agli inizi degli anni Duemila e alcune tane erano state effettivamente ritrovate lungo gli argini dell’Adda.
Esistono due ipotesi a proposito della sua introduzione: la prima dice che alcune coppie si sono trasferite sulle rive del fiume dopo aver attraversato le Alpi, la seconda insiste nel ritenere che la sua diffusione è imputabile alla liberazione di diversi individui sul territorio. Fatto sta che, nella fascia lungo il fiume che si estende fra Trezzo d’Adda, Canonica e Fara d’Adda, sembra che il procione abbia trovato qui il suo habitat preferito.
Si presume che la sua presenza, in loco, superi attualmente di poco il migliaio. Inutile comunque negare che il suo numero sembra destinato ad aumentare: basti pensare che la femmina partorisce mediamente due volte all’anno e sforna in ogni occasione da due a cinque cuccioli (sono davvero curiosi i cenni di comunicazione tra madre e piccoli, simili ad una sorta di cinguettio).
La Regione Lombardia ha così deciso di creare un apposito “Centro di detenzione” affinché non si creino tensioni con altri animali presenti sul territorio (vedi ad esempio lo scoiattolo grigio). La Regione stessa emanerà quanto prima speciali linee guida individuando le aree più opportune entro le quali poter liberare i procioni. Sicuramente, per la loro cattura, si adotteranno trappole del tipo “life trap” che hanno il vantaggio di non ferire l’animale.