Quando il dirigibile Italia, comandato dal generale Umberto Nobile, urtò contro il pack artico la notte del 25 maggio 1928, sbalzando sul ghiaccio dieci uomini, mentre i restanti sei, intrappolati nell’aeronave, se ne volavano via senza disporre della possibilità di governare il mezzo, restava un’unica chance: lanciare via radio una richiesta d’aiuto.
Il marconista Giuseppe Biagi (1897-1965) riusciva in effetti a costruire una rudimentale antenna, poi rivelatasi efficace, che, applicata all’apparecchio-radio disponibile, battezzato “Ondina 33”, consentiva di lanciare ininterrottamente una richiesta di soccorso.
Ma ecco in breve la storia del dirigibile di Nobile. In data 23 maggio si alzava in volo dalla Baia del Re, nella parte più occidentale delle isole Svalbard, per poi sorvolare il Polo Nord nel giorno successivo. Qui, Umberto Nobile provvedeva a lanciare sulla distesa ghiacciata il gonfalone della città di Milano nonché una croce in legno di quercia che era stata donata da papa Pio XI.
Tuttavia, la prosecuzione del viaggio (ci si proponeva di effettuare un volo esplorativo in un’area compresa fra l’estremità settentrionale della Groenlandia e la Siberia) si presentava improvvisamente assai difficoltosa a causa di venti decisamente impetuosi. Si pensò di rientrare alla base, ma questa ipotesi fu quasi subito scartata poiché il dirigibile era praticamente ingovernabile.
Qualche minuto più avanti, ecco affacciarsi la tragedia come già accennato. Le persone sbalzate sul ghiaccio erano tutto sommato in buona salute ad eccezione del meteorologo Malmgren e del motorista Pomezia, feriti gravemente durante l’impatto con la banchisa. Purtroppo, morirono presto.
Le persone, ferme sull’immensa distesa di ghiaccio, trovarono rifugio contro il freddo e i gelidi venti in una piccola tenda di seta che gli stessi sopravvissuti, rintracciando colori all’anilina tra i cassonetti semidistrutti, dipinsero immediatamente di rosso per farsi rintracciare con maggiori possibilità.
Nasceva così la mitica storia della tenda rossa, che riaffiorava pure nel film interpretato da Claudia Cardinale e Sean Connery (“La tenda rossa”, 1969).
Ma la sorpresa, del tutto positiva, doveva ancora arrivare. Infatti, un radioamatore russo, abitante nella lontana Arcangelo, che sorge sulle rive del fiume Dvina, riusciva a captare l’SOS di Biagi. Le operazioni di soccorso vennero subito impostate e anche l’esploratore Amundsen si mosse immediatamente con il suo aereo. Purtroppo, forse a causa di un guasto, non venne mai premiato per il suo meraviglioso gesto.