Nasce a Roma nel 1912 da Irma Poggibonsi e da Francesco Lo Monaco, il vero padre, genitore anche dei figli che seguiranno dopo Elsa e cioè Aldo, Marcello e Maria. Augusto Morante, marito di Irma, darà ai bambini soltanto il proprio cognome.
Elsa è di costituzione gracile e, al compimento dei sei anni, la troviamo residente presso la sua madrina, assai benestante per aver sposato un Conte. Dopo le scuole medie e il liceo classico si iscrive all’università (ma non si laureerà mai) e decide di andare a vivere da sola.
Si mantiene scrivendo numerose fiabe, racconti di ogni tipo, addirittura tesi di laurea. Nel 1936 conosce Alberto Moravia e, dopo una serata trascorsa in allegria con amici al ristorante, lei si congeda da lui consegnandogli in mano le chiavi del proprio appartamento. Lo scrittore confesserà più avanti di non esserne innamorato e nemmeno attratto da “violento desiderio” nei suoi confronti.
Tuttavia, nel 1941 i due si sposano con rito religioso e la loro unione durerà sino al 1962. Al riparo da ogni necessità economica, lei smette di scrivere per giornali e riviste e pensa di dare spazio alla sua “vocazione” innata, quella di farsi largo come romanziere.
Elsa possiede un corpo decisamente slanciato ed è pure molto carina, tanto che lo scrittore Antonio Debenedetti (1937 – 2021) la ricorderà bellissima esternando questa confidenza: “Ero ragazzo ed ero molto affascinato da Elsa come donna”.
Ritornando alla sua vocazione, va riconosciuto che il romanzo costituisce per lei una sorta di cattedrale, o meglio l’immagine da sogno espresso da un’artistica cattedrale. E nei suoi romanzi tende spesso a farsi largo il mondo sentimentale, ricco di ricordi familiari, con argomenti assai centrali che poggiano sulla maternità.
Lei, che non ha mai goduto della felicità di diventare madre, si duole per non aver mai assaporato il piacere di stringere a se’ un suo piccolo. Inoltre, con la sua capacità di raccontare numerosi episodi senza mai evidenziare qualcosa relativa alla sua persona, riesce a nascondere persino i suoi sinceri innamoramenti per il regista Luchino Visconti o quello per l’artista statunitense Bill Morrow, un pittore che si suicido’ lanciandosi da un grattacielo.
E dopo questa disgrazia, siamo nel 1962, Alberto Moravia decide di lasciarla e va a convivere con Dacia Maraini. La nostra Elsa si ritrova completamente sola e inizia a cambiare in peggio, persino a livello fisico. Si può invecchiare senza sconfessare la propria personalità o i propri pensieri, è vero, ma resta in ogni caso la constatazione che Elsa Morante assumerà le sembianze di un’altra persona, sino a smarrirsi.
E nel 1974, quando esce il suo libro “La storia” molti lettori riconoscono nell’autrice suoi pregi, ma anche suoi difetti che si riferiscono ad un suo preciso mutamento, ossia un cambiamento che riesce persino a distruggere in parte certe sue comuni relazioni interpersonali.
Una sera del 1980, mentre si trova a cena con alcuni amici, cade e si procura una frattura al femore. Da questo momento inizia una serie di operazioni chirurgiche e cure mediche. Tenta di uccidersi con il gas, ma viene salvata dalla domestica. Trascorrerà i suoi ultimi anni presso una clinica di Roma, irriconoscibile perché si lascia andare in un mondo che non vede più le sue battaglie e anche le sue collere. Ci lascia nel novembre del 1985.