domenica, Novembre 24, 2024
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Un tuffo nel passato di Milano col blog di Fabio Amoroso

di U.P.

Fabio Amoroso ama la nostra città. Indubbiamente. Ha creato un blog nel 2009, con lo scopo di raccogliere riflessioni, ricordi e fotografie sul tema della “Milano di un tempo”. Una ricca raccolta di libri, cartoline (oltre 1500) e giornali, oltre alla documentazione oggi più facilmente reperibile su Internet, per far conoscere sia una parte della storia della città, sia come i cambiamenti abbiano influito sulla sua trasformazione.

Secondo Amoroso non si tratta di nostalgia, è solo voglia di non far sparire la nostra storia, il nostro passato. Ecco, qual è secondo lui l’aspetto più stimolante e  piacevole di questa rivisitazione della Milano che non c’è più: “scoprire come si presentava la nostra città nel passato, facendo lo sforzo di immaginare luoghi che frequentiamo normalmente, magari ogni giorno, e osservarli come se vi fossimo immersi, luoghi attraversati da strade realizzate con ciottoli e trottatoi, percorse da carri trainati da cavalli e spesso costeggiate da edifici ormai scomparsi, sostituiti da banali supermegacondomini…”

Il suo blog ha avuto ben presto un grande successo e vorremmo anche noi contribuirvi con il nostro piccolo accenno. Ognuno sarà libero di andare su Internet e vedersi le foto che riguardano la zona in cui abita, questo il riferimento: vecchiamilano.wordpress.com. Oltre alle foto si potranno leggere i numerosi articoli che testimoniano del passato della nostra città.

La via dove abita un nostro Redattore, com'era...
La via dove abita un nostro Redattore, com’era…

Per finire, sentiamo cosa ne pensa lo stesso Fabio Amoroso delle trasformazioni che negli ultimi anni hanno cambiato la nostra metropoli (da un’intervista apparsa sul “Corriere”): «Milano è una città con troppe sfaccettature: chi ha vissuto il periodo bellico dipinge una città ferita, ma sempre “col coeur in man” disposta ad aiutare tutto e tutti; chi invece ha ricordi più recenti racconta la ricostruzione e la ripresa degli anni ‘60 e ‘70, dove la frenesia e la velocità hanno preso il sopravvento. Mi spiace che non possano più esserci testimonianze dei due decenni a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, periodo interessante da studiare per molti aspetti, non ultimo l’impronta architettonica emersa con lo stile Liberty».

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