È stata la prima donna, in veste di regista, a ricevere ben quattro nomination all’Oscar per “Pasqualino Settebellezze”. Infatti, oltre alla regia, ha ricevuto quella per la migliore sceneggiatura, per il migliore film straniero e per il migliore attore protagonista (Giancarlo Giannini).
Di origine svizzera, nasce a Roma nel 1928 e a diciassette anni inizia a studiare regia teatrale, mentre a venti è già in grado di collaborare con alcuni famosi registi teatrali, tra cui Garinei e Giovannini. La sua indole artistica, davvero curiosa, si fa avanti tra il grottesco, il barocco e la tragicomicita’.
Si rivela tutt’altro che docile nei suoi colloqui con i collaboratori, mettendo in luce un carattere che potremmo definire da scugnizza, ma ciò non le impedisce di passare con vera classe dal teatro sperimentale a quello ufficiale.
Diventa assistente dell’attrice Andreina Pagnani, la quale la prega di riscrivere diverse battute contenute in una commedia che dovrà recitare. Ancora priva della necessaria esperienza, la Wertmuller riscrive addirittura l’intero testo e lo legge con coraggio agli autori, che la assumono tout court poche ore dopo.
Il suo ”tuffo” nel cinema lo effettua assai bene nel 1963 come assistente di Federico Fellini in ”Otto e mezzo” per poi lanciarsi nel suo primo film ”I basilischi”. Otterrà per questo ben dieci premi tra cui quello del Festival di Locarno.
Del 1968 è la sua prima commedia teatrale dal titolo ”2+2 non fanno più quattro”, formando un validissimo sodalizio artistico con Giancarlo Giannini che si rafforzerà sempre più. Gira un film femminista nel 1965 dal titolo ”Questa volta parliamo di uomini” e qui incontra lo scenografo Enrico Job che diventerà suo marito.
La regista, seppure amata dai suoi fan, viene talvolta contestata per i risvolti spesso paradossali del suo cinema anche se, per la verità, Lina è in grado di proiettare sullo schermo visioni assai esuberanti, decisamente colorate, per certi versi persino debordanti, ma nel complesso piacevoli.
Lei conquista in ogni caso la fama internazionale con una serie di quattro film che la incoroneranno ”regista regina” del mondo cinematografico. Li citiamo: ”Mimi metallurgico ferito nell’onore” del 1972, ”Film d’amore e d’anarchia” del 1973, ”Travolti da un insolito destino” del 1974 e ”Pasqualino Settebellezze” del 1976, quest’ultimo considerato il suo capolavoro.
Dopo un soggiorno di lavoro negli States, rientra in Italia per girare ”Francesca e Nunziata” del 2001. Ma risulta mancante la sua forza interpretativa d’un tempo e non sussiste purtroppo altro spazio per ulteriori glorie. Tuttavia, nel 2019, le viene assegnato l’ ”Oscar onorario” con la seguente motivazione: ”Per il suo provocatorio scardinare le regole sociali attraverso la sua arma preferita, la cinepresa”.
Ci lascia per sempre, a Roma, nel dicembre del 2021 con il profondo rammarico di tutti i suoi fan.