Se decidiamo che sia giusto escludere dal nostro giudizio, magari temporaneamente, i canoni di un certo tipo di bellezza classica e armonia e decidiamo che ogni tanto sia lecito percorrere strade diverse, col rischio di finire dritti dritti nel trash, chi ce lo può impedire?
Se vogliamo recuperare il gusto, forse perverso, di riportare alla luce, come da uno stagno magmatico, oggetti, immagini, idee, parole, di pessima qualità, usurate e insignificanti culturalmente, lasciatecelo fare! Non crediate che sia solo una reazione snob. Tutt’altro. E’ anche liberatorio.
Forse l’arte (non quella grande ma quella piccola piccola) si nasconde anche dentro queste prove. Da questa “follia sorta dal niente” come diceva Hugo Ball può nascere qualcosa di utile. In fondo, il “decostruzionismo” non ha radici così lontane, ce lo troviamo dappertutto, nella filosofia come nella gastronomia, Che ci volete fare?
Se deve vincere il grottesco e l’incoerenza, deve pur esserci qualcuno che sappia e voglia metterli in musica. O no? Ecco allora che siamo a proporvi lo scherzo di Hologram Boy con il suo “Sinapsi attive”, che si avvale della voce di Miss Virtuality.
La musica elettronica, riecheggiante, invadente nella sua ripetitività, con un linguaggio sintagmatico – che nel video si trasforma in immagini che sono un mix banale tra quotidiana, anonima stereotipicità e slogan – sembrano fatti apposta per “slogare” i nostri circuiti cerebrali.
“Si stava meglio prima”, si ripete con ossessione, e queste parole diventano la bandiera sdrucita del qualunquismo più becero che sventola tra le solite bellezze in bikini, i richiami a un berlusconismo mai morto o rinascente come zombi, e traffico impazzito della città.
Certo, lo dicono tutti di mantenere vivo il nostro cervello. Di non cadere nelle trappole di pensieri prepensati e predigeriti. Muoviamole, allora, queste sinapsi, che si attivino una volta per tutte! Facciamo partire gli impulsi di serotonina, che ci fa vedere tutto più rosa e sentire tutto come fosse una musica di Mozart.
Illudiamoci che questa realtà sia la migliore possibile, recuperiamo, senza pudore e in modo compiaciuto ed esibito, quanto c’è di più deteriore, di cattivo gusto, di pessima qualità culturale.
Anche questo può essere un modo per riconoscere di essere finiti in un tunnel e magari cominciare a guardarsi intorno per vedere se da qualche parte c’è una via d’uscita, una luce. In fondo, chissà…
Io penso che Hologram boy sia sopra le righe in modo squallido e brutale. Io lo apprezzo molto. Una voce diversa in un mondo esteticamente super omologato e globalizzato. Non si capisce dove il messaggio di hologram boy finisca e dove cominci l’auto ironia. È chiaro che non si prende sul serio fino in fondo. Viva la diversità!