Nel mese in cui si celebra il bicentenario della morte di Napoleone, è interessante fare qualche passo indietro nella vita del generale per ricordare la sua entrata nella nostra città, a capo del suo esercito, dopo la vittoria conseguita a Lodi contro gli austriaci: è il 15 maggio 1796.
I milanesi non furono per niente entusiasti nell’osservare l’arrivo di un nuovo padrone, tanto meno nel prendere contatto con il suo esercito che un poeta dell’epoca, Alessandro Garioni, così dipingeva in modo beffardo: “Quatter strascion senza camisa / senza s’ciopp, senza divisa / senza scarp, senza calzett / col cappell ross comé i polpett”.
Vestendo in effetti le divise più o meno lacere (la battaglia di Lodi del 10 maggio si era da poco conclusa) i soldati vogliono osannare il loro generale, il quale occupa subito il palazzo arciducale ossia l’attuale Palazzo Reale. Ordina subito un pranzo per un centinaio di ospiti e tra questi si nota la presenza di una cantante lirica assai conosciuta, Giuseppina Grassini, la quale ha appena ottenuto uno strepitoso successo alla Scala interpretando Giulietta nell’opera “Giulietta e Romeo” del compositore Nicola Zingarelli.
Lei e Napoleone si incontrano dopo il pranzo, i discorsi tra loro si fanno sempre più fitti e ammiccanti – così dicono le cronache del tempo -, si scambiano poco dopo carezze e presto si ritrovano abbracciati. Diventeranno amanti.
Ma Napoleone non si accontenta e desidera che pure che la moglie Giuseppina (consorte da appena due mesi) lo raggiunga quanto prima a Milano da Parigi. Ma lei non risponde prontamente “arrivo” e si fa precedere dalle tre sorelle di Napoleone: Paolina, Elisa e Carolina. Lei giungerà a Milano una settimana più tardi accompagnata dal duca Gian Galeazzo Serbelloni.
Il duca aveva già impartito istruzioni ad alcuni collaboratori affinché il palazzo Serbelloni di corso Venezia venisse subito messo a disposizione del generale e della sua famiglia. Le tre sorelle, alquanto intriganti, notano qui che un giovane ufficiale, in elegante divisa, rende visita a Giuseppina non appena Napoleone esce dal palazzo.
Paolina spiffera tutto al fratello e l’ufficiale viene immediatamente trasferito. In ogni caso, le sorelle procurano spesso grattacapi a Napoleone. Proprio Paolina, non ancora sedicenne, si fa cogliere in atteggiamenti intimi con il generale Vittorio Emanuele Lecrec in una stanza del fratello, dietro ad un paravento.
Napoleone, più che arrabbiato, ordina immediatamente al parroco di celebrare subito le nozze riparatrici. La cerimonia viene eseguita presso la cappella della lussuosa villa Crivelli di Mombello, vicino a Limbiate, presso la quale il generale si era nel frattempo trasferito.
Ma anche Elisa non è esente da colpe e da frequenti battibecchi, tanto che il fratello la farà sposare in tempi brevi ad un suo fidato ufficiale. La terza sorella, Carolina, la più giovane, diventerà moglie di Gioacchino Murat, grazie a particolari interventi da parte di Napoleone.