di Antonio Barbalinardo
Lunedì 7 maggio 2018 presso la Sala Alessi di Palazzo Marino c’è stata la presentazione del libro “PAROLA di BOB – Le sfide dell’ordine mondiale alla luce delle “profezie” di Bob Kennedy”, (editore: In Dialogo) curato da Alberto Mattioli e Mauro Colombo.
La storia di Bob, così com’era affettuosamente chiamato Robert Francis Kennedy è conosciuta, poiché non è stato solo il fratello di John Fitzgerald Kennedy il 35° presidente degli Stati Uniti d’America, ma è stato un grande uomo politico impegnato in particolare sui diritti sociali e civili.
Robert Francis Kennedy è nato il 20 novembre 1925 a Los Angeles in California e morto tragicamente il 6 giugno 1968, è stato un politico statunitense molto impegnato e molti sono stati i suoi discorsi diventati famosi. Durante la presidenza del fratello John, fu Ministro della Giustizia, fu poi candidato alle elezioni presidenziali del 1968 e partecipò alle elezioni primarie del Partito Democratico. Morì in seguito a un attentato proprio durante le elezioni primarie della California e del Sud Dakota. Le cronache d’allora riportarono che le sue ultime parole furono d’altruismo poiché subito dopo essere stato colpito, prima di perdere conoscenza, chiese: “E gli altri? Come stanno gli altri?”
Il 6 giugno prossimo ricorre il 50° anniversario dell’uccisione di Kennedy, grande protagonista del secolo scorso della politica americana e internazionale, e i giornalisti Alberto Mattioli e Mauro Colombo hanno voluto rendergli omaggio proponendo la lettura delle sue parole, che sono ancora oggi profetiche, selezionandole e dividendole in tre parti: “L’uomo, diritti e doveri, Un mondo da cambiare e Per una nuova politica”.
La presentazione è stata aperta da Mauro Colombo che da autore con Alberto Mattioli, ha svolto anche il ruolo di moderatore della presentazione svoltasi in due momenti con oratori diversi. Lamberto Bertolè, Presidente del Consiglio Comunale di Milano, ha portato il saluto delle istituzioni e ha fatto una sua riflessione sul famoso discorso di Bob relativo al PIL. Sono poi intervenuti Pino Nardi Vicepresidente dell’Unione Cattolici Stampa Italiana e Alessandro Galimberti Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia.
Prima dell’intervento di Livia Pomodoro, magistrato già presidente del Tribunale di Milano, che ha dato anche un contributo scritto riportato sul libro “Il giusto che all’odio rispondeva con l’amore”, sono intervenuti gli autori del libro, i giornalista Mauro Colombo e Alberto Mattioli, che hanno presentato il loro libro.
La prima parte della presentazione, si è conclusa con l’intervento di Piero Bassetti, presidente di Globus et Locus, che è stato il primo Presidente della Regione Lombardia che ha riflettuto sulle istituzioni più vicine ai cittadini verso un nuovo ordine “glocale”.
Ha aperto la seconda parte della presentazione Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, che ha curato anche la prefazione del libro; mentre il sociologo e docente dell’Università Statale di Milano, professore Nando Dalla Chiesa ha riferito sulla lotta al crimine: tra rivolta morale e coscienza nazionale riflettendo sugli Stati Uniti d’America, di mafia e di corruzione. L’ultimo intervento è stato svolto da Venanzio Postiglione, vicedirettore del “Corriere della Sera” che ha fatto riferimento della “Parola” riportata sulla Bibbia e bene hanno fatto gli autori nel dare questo titolo al libro, ha parlato anche dei social e del fenomeno d’oggi del web, che non si può ignorare, ma che va controllato e dominato.
Tutti gli oratori intervenuti hanno tracciato e dato così un ampio contributo con le loro riflessioni riportate anche sul libro.
Sul libro, è stato riportato il messaggio pervenuto da Kerry Kennedy, figlia di Robert Francis Kennedy, Presidente del Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights e Presidente Onorario della Robert F. Kennedy Foundation of Europe.
Nell’occasione ho chiesto ad Alberto Mattioli:
Perché pubblicare un libro su Bob Kennedy a Milano?
Ci sono “parole e pensieri” che entrano nell’eternità. E così capita che, nei momenti di stanchezza ideale e spirituale, sia necessario tornare a farsi ispirare da loro. È un tributo alla sua personalità politica e un contributo per ritrovare passione per il bene comune. Il suo pensiero è una porta aperta alla speranza pur nei dubbi che i grandi cambiamenti portano. Metteva in guardia dalla rassegnazione, inerzia e realismo basso di profilo spronando ogni persona a essere scintilla del cambiamento. Al centro della sua attenzione vi erano gli “ultimi” e spronava l’economia a promuovere opportunità per tutti e non per pochi. E ad avere cura dell’ambiente da cui dipendono giustizia sociale e pace. Moniti e prospettive molto di attualità.
Qual è il tuo rapporto d’amicizia con Kerry Kennedy e la sua Fondazione?
Il rapporto di stima e collaborazione è iniziato una decina di anni fa quando da Vicepresidente della Provincia di Milano sostenni la promozione dell’attività della Fondazione dedicata alla memoria del padre e alla promozione della cultura per i diritti civili. In particolare patrocinammo “Speak Truth to Power” (Racconta la verità al potere) insieme al Ministero dell’Istruzione, un libro manuale destinato ai giovani per la conoscenza e cultura dei diritti umani mediante la storia di persone che si sono sacrificate per questi ideali in tutto il mondo. E da lì non ci siamo più persi di vista.