di Giovanna Guiso
Gli esperti della Commissione Mobilità ACM si sono confrontati con quelli dell’Istituto nazionale di Statistica, dell’Automobile Club d’Italia, dell’Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici, dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, del Comune di Milano e di Regione Lombardia sulla necessità di migliorare la registrazione e la fruibilità dei dati sugli incidenti stradali per potere attuare soluzioni necessarie a raggiungere l’obiettivo europeo di dimezzare il numero delle vittime di incidenti stradali entro il 2020.
A tal fine ACM chiede l’armonizzazione delle banche dati, la localizzazione degli incidenti stradali (particolarmente utile per avviare soccorsi, ispezioni e azioni correttive), l’ottimizzazione dei metodi di indagine e delle azioni protettive poiché quelle focalizzate sui comportamenti non sono sufficienti a migliorare la sicurezza di tutti gli utenti: lo dimostra l’elevato numero di vittime tra ciclisti e pedoni a Milano (rispettivamente 366 morti e 587 morti, con un aumento del 128% tra i pedoni e del 32% tra i ciclisti – dati 2016) e l’aumento degli incidenti mortali fra motociclisti e ciclomotoristi (108).
Il responsabile tecnico del Centro Regionale di Governo e Monitoraggio della Sicurezza stradale della Regione Lombardia, ing. Bruno Donno, ha concordato sulla richiesta di ACM e ha ricordato che molte proposte sono già state fatte per migliorare la conoscenza del fenomeno ‘incidentalità’ anche se finora non hanno avuto seguito. Per il futuro occorre la volontà politica di armonizzare le banche dati attraverso l’identificazione di campi comuni che possono facilitare la tracciabilità del sinistro sotto diversi aspetti. Occorre inoltre utilizzare un codice identificativo per ogni incidente stradale e norme adeguate per modificare l’attuale stato dell’arte.
L’esperta Istat Silvia Bruzzone ha ricordato che nel 2016 in Lombardia gli incidenti stradali sono stati 32.785 con 434 morti e 45.435 feriti e che il 78,9% del totale degli incidenti (25.879, con 234 morti e 34.416 feriti) riguarda l’ambito urbano. Ha specificato che nella nostra regione, complessivamente, tra il 2010 e il 2016 ci sono registrati oltre 2.300 morti tra automobilisti e motociclisti/ciclomotoristi e quasi 1.000 morti tra pedoni e ciclisti; nello stesso periodo, a Milano, ci sono stati più di 230 morti tra motociclisti/ciclomotoristi e pedoni.
Per ridurre questi numeri è necessario individuare i tratti stradali più a rischio di incidenti su cui effettuare le necessarie analisi per individuarne ed eliminarne la pericolosità. In Lombardia la rete stradale extraurbana si distingue per un’elevata densità di incidenti (1,35 incidenti per chilometro, due volte la media nazionale) con un indice di mortalità pari a 2,34. I chilometri più a rischio di incidenti si trovano sulle tangenziali est e ovest milanesi e sulle strade statali 36 del lago di Como, 35 dei Giovi, 9 Emilia, 336 dell’Aeroporto della Malpensa.
Poiché a Milano il 60% circa degli incidenti stradali in ambito urbano avviene sulla rete locale, si è ritenuto necessario tempo fa sviluppare e adottare tecniche di moderazione del traffico (simili a quelle impiegate con risultati importanti in altri Paesi europei) che hanno portato a una riduzione degli incidenti grazie alla riduzione della velocità. Per migliorare questo risultato occorre moltiplicare le aree pedonali, le zone 30, le zone a traffico limitato e le zone residenziali ricordando che la probabilità di decesso di un pedone in caso di impatto a 50 Km/h è pari all’80%, a 30 km/h è del 10%.
Migliorare la sicurezza stradale a Milano si può anche attraverso opere di riqualificazione urbana: lo ha affermato il commissario capo della Polizia Locale del Comune di Milano Pietro Garbagnati il quale ha spiegato che i percorsi virtuosi come sviluppare opere di riqualificazione urbana organiche e omogenee tra loro, intervenire in modo ragionato sulla moderazione del traffico e rimodellare la rete stradale a favore di una concreta riduzione della sinistrosità, prendono avvio proprio dalla ricca banca dati informatizzata della Polizia Locale di Milano, che dal 1992 raccoglie e analizza tutti gli incidenti che si verificano all’interno dei confini comunali, integrata da un sofisticato sistema di risk management del territorio. Un esempio sono le opere strutturali realizzate per ridurre la velocità in via Caterina da Forlì, che hanno reso sicura un’intersezione stradale, e introdotto specifiche zone 30.
La rilevazione e lo studio delle cause degli incidenti stradali possono avere un alleato nelle moderne tecnologie, utili anche nel controllo e nella correzione degli errori di guida, nella connessione del veicolo alle centrali di controllo e agli altri utenti della strada, nel contenimento dei danni derivati dagli incidenti. Un esempio è l’adozione delle cosiddette ‘scatole nere evolute’, che stimolano una maggiore responsabilità individuale e collettiva, le cui registrazioni sono utilizzabili in giudizio perché hanno valore probatorio nell’ambito del processo civile. Sull’utilizzo delle registrazioni incombe però il nuovo regolamento UE sulla privacy che diventerà operativo dal 25 maggio 2018 in tutti i Paesi dell’Unione Europea; tale regolamento prevede, in caso di perdita dei dati, multe fino a 20 milioni di euro per i privati e per le singole imprese, e fino al 4% del fatturato consolidato complessivo per i gruppi societari.
Il presidente di ACM e vicepresidente ACI Ivan Capelli ha ricordato gli incontri promossi negli ultimi anni dalla Commissione sulla mobilità nell’area metropolitana su inquinamento atmosferico, sviluppo del trasporto pubblico locale, trasporto dei bambini in auto, efficacia della legge sull’omicidio stradale e organizzazione della circolazione urbana, e ha anticipato che nel corso del 2018 ci saranno altre iniziative mirate ad aumentare la consapevolezza degli utenti della strada.
Per una maggiore sicurezza stradale l’Automobile Club Milano raccomanda:
Agli automobilisti di non sopravvalutare le maggiori protezioni interne dei veicoli, poiché sono condizionate dalla velocità d’urto e pertanto non sempre sufficienti
Alle categorie più vulnerabili di non sottovalutare l’importanza delle naturali azioni di autoprotezione, evitando ad esempio:
I PEDONI, di parlare al cellulare mentre attraversano una strada
I CICLISTI, di viaggiare al buio senza fanali
I MOTOCICLISTI, di superare i limiti di velocità
Di affinare le metodologie di rilievo e di trasferimento dei dati, perché tutti i soggetti interessati possano aver a disposizione dati trasparenti e completi sugli incidenti per motivi giudiziari, di studio, di valutazioni economiche, di indirizzamento degli interventi, per eliminare i cosiddetti punti neri della viabilità
Di sfruttare le moderne tecnologie per avere in tempo reale le informazioni necessarie non solo per localizzare gli incidenti e le loro modalità, ma anche per prevenirli.
Di diffondere e moltiplicare le azioni delle Amministrazioni locali per eliminare le cause di maggior rischio.