di U.P.
Credo che siamo tutti coscienti del fatto che la popolazione mondiale sia destinata a crescere. Si parla di una decina di miliardi nel 2050 e che per continuare a sopravvivere dovremmo essere prima o poi costretti a cambiare dieta.
Ma, con molta sincerità, io faccio fatica ad adeguarmi all’idea che entro breve potrei essere costretto a mangiare grilli, cavallette e vermi. Eppure, avrete notato che nei media, tivù e giornali si parla sempre di più di questa possibilità. Ci stanno pian piano abituando all’idea. E’ un lavaggio del cervello che prosegue senza che ce ne accorgiamo. E, un po’ per la curiosità, un po’ per essere al passo con i tempi, alla moda, ecc. qualcuno fa da apripista e si adegua a questo nuovo tipo di alimentazione.
Gli amici più brillanti per dimostrare che bisogna superare un certo naturale ribrezzo che coglie tutti dinanzi a un piatto stracolmo di cavallette e vermi ti dice con aria di superiorità: “Pensa che in fondo quei vermi non sono tanto diversi dai gamberetti che mangi in un buon piatto di spaghetti ai frutti di mare…”
Sarà! Ma io non riesco a farmene un’idea. Razionalmente posso capire che per allevare capi di bestiame da cui poi potrei farmi una bella bistecca al sangue è necessario un consumo di acqua e cereali non più sostenibile, considerato che le risorse del nostro pianeta non sono infinite. E’ anche vero che grilli, cavallette contengono le stesse proteine della carne e producono meno CO2.
Non lo nego. Ma al momento è una cosa più forte di me. Io, per la disperazione, mi adeguerei addirittura alla speranza che sia possibile entro breve tempo, come dicono alcuni studiosi americani, realizzare della carne artificiale in laboratorio, con sistemi ecologicamente compatibili e simile alle nostre bistecche (senza osso probabilmente), chiamate “carne sintetica”. Quella potrei provare ad assaggiarla.
E se questo non fosse comunque soddisfacente potrei persino pensare di diventare vegetariano. O vegano… Nel frattempo, per stasera, ho già deciso di farmi una bella cotoletta alla milanese. Poi, vedremo…