di Carlo Radollovich
Sant’Antonio Abate (spesso raffigurato con l’immagine di un maialino ai suoi piedi), nacque nel 271 circa e morì nel gennaio del 357.
Gode di grande popolarità ed è particolarmente venerato nel mondo dell’agricoltura e dell’allevamento degli animali. La sua festa viene celebrata il 17 gennaio, giorno in cui si benedicono tutti gli animali, domestici e d’allevamento. Sino a qualche decennio fa era diffusa l’usanza di offrire doni in natura ai sacerdoti che impartivano le benedizioni. E questi preti contraccambiavano spesso con immagini del Santo da appendere sui portoni delle stalle.
Molti si chiedono perché la figura di Sant’Antonio Abate venga associata alla presenza di un suino. Ne spieghiamo i motivi.
Malgrado diversi religiosi, attivi presso la chiesa milanese di Sant’Antonio Abate, assistessero gli ammalati di herpes zoster, il cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio”, sin dal 1100, fu lo stesso tempio, ristrutturato alla fine del Cinquecento con la costruzione a lato di una nuova canonica, a veder nascere con la qualifica di vero e proprio ospedale, uno specifico centro dedicato alla cura di questa fastidiosa malattia. Nel tentativo di alleviare le sofferenze degli ammalati, si allevava in loco, necessariamente, un certo numero di maiali, dai quali poter ricavare l’indispensabile grasso che avrebbe consentito di preparare sostanze emollienti da spalmare sulle piaghe dei pazienti.
Tali suini erano protetti dal Ducato di Milano e, qualora fossero fuggiti dai loro recinti, sarebbero stati prontamente identificati grazie ad una particolare marchiatura, a forma di “T”, evidenziata sulle cosce. Tutti coloro che fossero entrati in possesso degli animali, avrebbero dovuto pagare salatissime ammende.
La tradizione popolare ha fatto il resto: le guarigioni erano frutto dell’operosità dei frati, è vero, ma si considerava che il tutto venisse “realizzato” sotto l’ala protettrice di Sant’ Antonio. E poiché la materia prima da spalmare veniva offerta dai suini, ecco spiegato il motivo della raffigurazione del maialino ai piedi del Santo.
Va infine segnalato che alcuni pittori medioevali aggiungevano nei loro quadri anche una piccola fiamma a lato di Sant’Antonio (per indicare il “fuoco” da curare sulla cute dell’uomo). Molti fedeli, equivocando, erano convinti che il Santo li difendesse anche dallo scoppio di incendi…