di U.Perugini *
Tra i libri più letti di questa estate c’è “Viaggiare in giallo”, edito da Sellerio, una raccolta di racconti tra i quali, quello di Antonio Manzini che narra una vicenda che ha per protagonista il Vice Questore Rocco Schiavone.
Personaggio già ripreso dalla tv, in una serie di episodi che ha avuto un certo successo, Schiavone nella serie televisiva è interpretato da Marco Giallini. Si tratta di un poliziotto romano sui generis, che frequenta amicizie per lo meno discutibili, fuma spinelli, è arrogante, prepotente, un po’ burino, ma corretto, anche se con una visione della legalità per così dire “tutta sua”…
Caratteristiche presenti anche nell’episodio del racconto al quale ci riferiamo dove il comportamento di Schiavone come condomino appare superficiale, pieno di pregiudizi e decisamente criticabile. Forse, non ha tutti i torti il Presidente di ANACI dott. Leonardo Caruso (vedasi ns intervista) quando sostiene che anche i condomini dovrebbero essere in possesso di un patentino prima di acquistare una casa…
Riportiamo alcuni stralci dal racconto.
“«Allora, sono presenti i signori Salmassi, i signori De Luca, la signora Caprini vedova Ardenzi, il signor Guido Torre, il dottor Schiavone, la famiglia Di Biase, il dottor Capuano notaio… allora i millesimi e li ho qui insieme alle deleghe dei signori…».
Rocco era seduto in fondo alla sala delle riunioni, una stanza sotterranea che fungeva da cantina condominiale e che più di una volta Guido Torre, l’ex infermiere detto il merda, aveva provato ad accaparrarsi, come aveva fatto con l’appartamento che abitava, ma la cocciutaggine e la perspicacia della vedova Ardenzi gliel’avevano impedito. Guardava gli abitanti del suo palazzo come esseri venuti da mondi lontani, da dimensioni parallele, da altre galassie. Non gliene fregava niente di dovere spendere 50.000 euro, e nemmeno che l’amministratore condominiale sicuramente ci avrebbe fatto la cresta chiamando una ditta di amici suoi.”
Pregiudizi, disinteresse, scarsa attenzione ai problemi reali, Schiavone è il condomino “tipo”, pronto a criticare, lamentarsi, arrabbiarsi, ma per niente disposto a impegnarsi di persona per far andare le cose nel verso giusto, anche a costo di farsi imbrogliare. Continuiamo il racconto:
“Si alzò di scatto. «Senta, signor amministratore, la interrompo un momento».
«Dica» fece quello levandosi gli occhiali per guardarlo.
«Lascio la riunione, non me ne frega niente dei rifacimenti, anche se costosi, incarico Guido Torre di rappresentarmi…».
«Perché io?» chiese il merda che sospettava di tutto.
«Perché lei è tirchio, furbo e ci sa fare. Se è riuscito ad accaparrarsi una casa, sicuramente saprà difendere i suoi interessi».
L’uomo si alzò in piedi di scatto ma Rocco lo prevenne. «Guardi che le sto facendo un complimento. Le chiedo solo una cosa, signor amministratore».
«Dica».
«Non vada oltre il 3 per cento. Altrimenti la vengo a cercare. Ci siamo capiti?».
«Il 3 per cento? E di cosa?» chiese quello sbiancando.
«Mi ha capito benissimo. I lavori costeranno sui 200.000 euro, diciamo che se si intasca più di 6.000 torno a cercarla. E guardi che lo faccio».
«Lei mi sta accusando?» l’amministratore scattò in piedi. «Ci sono i termini per una querela, sa?».
«Si accomodi pure. Poi vengo con la finanza a guardare le carte del suo studio. Le toccherà pagare le spese legali e pure ricostruirsi una vita perché se mi fa incazzare, dottor che non so manco come si chiama, io la vita gliela distruggo».
«Dice il vero» intervenne la vedova Ardenzi sorridendo sbarazzina al vicequestore. «Quindi caro dottor Carotenuto le consiglio di soprassedere, riprendiamo la riunione condominiale, dovrà vedersela con me!» e sfiorandosi la collana di oro antico puntò gli occhi freddi e cattivi sull’amministratore che, spaventato, si rimise seduto.
«La stimo, signora Ardenzi» disse Rocco ricambiando il sorriso.
«Anche io, vicequestore. E come dice sempre lei, mi stia bene!».
Schiavone infilò la porta lasciando alle sue spalle riunione e bocche spalancate.
Si sentiva proprio un cesso chimico, aveva bisogno di un bidone svuota reflui che lo ripulisse da cima a fondo. Roma sarebbe servita allo scopo.”
Che ne dite? Stavolta Schiavone non ha fatto certo una bella figura, nonostante la scena “madre” nei confronti dei condomini e dell’amministratore, vantando il suo ruolo di vicequestore (Se davvero sa che è disonesto perché non è intervenuto prima? E, soprattutto, perché ammette, da uomo di legge, che sia lecito fare una “cresta” sulle spese, seppure “ragionevole”, senza denunciare il fatto?) . Insomma, Schiavone incarna bene i difetti dell’italiano medio ma non rappresenta un esempio da seguire.
Ecco il trailer degli episodi TV: