di Carlo Radollovich
La basilica di San Simpliciano, di struttura paleocristiana, è considerata da sempre una delle chiese più insigni di Milano. Il visitatore che vi accede resta affascinato dalla sua sobria impostazione architettonica e le persone più esperte riescono persino a cogliere i molti segni di un lungo passato: dalle modifiche apportate tra l’XI e il XIII secolo alle revisioni della cupola e dei bracci laterali (1582), dalle deturpazioni di Giulio Aluisetti che quasi trasformò i piloni romanici alla facciata ricostruita dal Maciachini nel 1870.
Mancava da tempo un opportuno “ritocco” della piazza relativa a cominciare dalla pavimentazione.
I lavori di riqualificazione di piazza San Simpliciano, tra le più apprezzate da parte dei cittadini, sono finalmente terminate dopo circa cinque mesi, con un esborso complessivo che supera i 200mila euro.
Si è così voluto salvaguardare un angolo caratteristico della vecchia Milano, sicuramente di rilevante pregio architettonico. Rifacendo la pavimentazione, rimuovendo l’asfalto e stendendo una particolare pietra, si è voluto pure attuare un funzionale sistema di smaltimento delle acque piovane.
Sotto la supervisione della Sovrintendenza si è proceduto con particolari lavori archeologici che hanno consentito di rinvenire frammenti ossei (già in fase di studio per un opportuno approfondimento circa le origini). Tale lavoro ha pure consentito di fare parzialmente luce sull’impianto originale della basilica, essendo stato effettuato un preciso rilevamento di alcuni tratti di muratura dell’antica portico paleocristiano posto davanti alla gradinata che conduce all’entrata del tempio.
Infine, sono stati eliminati tutti i marciapiedi e pure installati, per riaffermare la pedonalità della piazza, due dissuasori tipo “pilomat” all’intersezione con piazza Paolo VI.