di Giovanna Guiso
La resistenza antimicrobica è una delle più grandi minacce per la salute globale. Causa 25mila decessi l’anno, spese sanitarie e perdite di produttività per 1,5 miliardi di euro. Entro il 2050 la resistenza antimicrobica potrebbe uccidere una persona ogni tre secondi e diventare una causa di morte più comune del cancro. In caso di aumento del 40% degli attuali tassi di resistenza, l’Europa potrebbe dover affrontare 390mila decessi l’anno.
In particolare, la resistenza ad antibiotici di ultima generazione come la colistina potrebbe impedire ai chirurghi di eseguire interventi chirurgici importanti e trapianti di organi, o impiantare efficacemente dispositivi come protesi dell’anca o nuove valvole cardiache.
Contro la resistenza antimicrobica lo scorso 29 giugno l’UE ha varato il nuovo piano d’azione “One Health”, stilato sulla base dell’esperienza e dagli insegnamenti acquisiti in quasi due decenni nei settori della salute umana e veterinaria. Il piano si propone di affrontare l’utilizzo concomitante di antimicrobici nelle persone e negli animali, in considerazione del ruolo della resistenza antimicrobica nell’ambiente. Offrirà inoltre agli esperti degli Stati membri dei settori della salute umana e della sanità veterinaria un forum per lo scambio di buone pratiche.
L’obiettivo è mantenere la capacità di curare efficacemente le infezioni attraverso le migliori pratiche, stimolare la ricerca e l’innovazione e definire un programma mondiale.
A giugno la Commissione europea per la Salute e la sicurezza alimentare ha adottato e linee guida dell’UE sull’uso prudente degli antimicrobici in medicina; a settembre ha avviato l’azione comune sulla resistenza antimicrobica e le infezioni associate all’assistenza sanitaria (EUJAMRAI) che coinvolge 28 Paesi; in ottobre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea per la salute pubblica (EMA) hanno adottato indicatori riguardanti il settore umano e animale, in modo che l’UE e gli Stati membri possano misurare i progressi compiuti.
Nel campo della ricerca gli investimenti proseguiranno, nell’ambito del programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione “Orizzonte 2020”, gli stanziamenti a favore della lotta alla resistenza antimicrobica per 350 milioni di euro e nei prossimi tre anni per altri 200 milioni di euro.
Per gli studi clinici e l’iniziativa di programmazione congiunta sulla resistenza agli antimicrobici, l’UE si baserà sul partenariato Europa-Paesi in via di sviluppo al fine di dare nuovo impulso alla ricerca nel settore della resistenza antibiotica in modo che diventi più solido, interconnesso e di portata mondiale.
Entro la fine del 2017, nell’ambito dell’Iniziativa Medicinali Innovativi (IMI) l’UE inviterà i Paesi membri ad avviare attività di ricerca per comprendere il valore della diagnostica e gli ostacoli alla sua diffusione. Tali attività riuniranno le competenze di esponenti del mondo accademico, dell’innovazione nel campo della resistenza antimicrobica (PMI) e dell’industria farmaceutica, e amplieranno il programma “New Drugs for Bad Bugs” svolto nell’ambito dell’IMI, che ha già investito notevolmente sulla resistenza antimicrobica.
Grazie ai fondi erogati nel quadro del finanziamento InnovFin Infectious Diseases (InnovFin ID), due PMI riceveranno un nuovo impulso per sviluppare nuovi antimicrobici e soluzioni alternative.
«Sebbene l’ambizioso piano d’azione dell’UE sia in corso di attuazione, dobbiamo ancora fare molto per portare tutti gli Stati dell’UE allo stesso elevato standard, e fare in modo che tale standard sia applicato a livello internazionale» hanno dichiarato Vytenis Andriukaitis, commissario per la Salute e la sicurezza alimentare, e Carlos Moedas, Commissario per la Ricerca, la scienza e l’innovazione. «Solo lavorando insieme a livello europeo e internazionale possiamo controllare e invertire il fenomeno della resistenza antimicrobica. Oggi, in occasione della Giornata europea degli antibiotici, proponiamo il nostro impegno a procedere proprio in tal senso».