di Carlo Radollovich
La giornata di domenica, molto calda, ha favorito quasi un divertimento da parte di alcuni ragazzini, i quali, attratti da un vero lago formatosi nel quartiere a seguito della rottura di una tubatura, si sono tuffati in acqua in più punti.
Altri si sono rinfrescati, togliendosi semplicemente calze e scarpe, e camminando contro corrente in direzione di piccoli flutti d’acqua che si accavallavano.
Ma ovviamente non sono mancati i disagi per coloro che, non desiderando affatto immergersi nell’acqua per strada, volevano mettersi sotto la doccia della propria abitazione: ma nessun getto d’acqua fuoriusciva dai rubinetti.
In effetti, viale Ungheria, piazza Ovidio, via Mecenate, via Lombroso e altre ancora risultavano completamente a secco.
Inutile ricordare le proteste che si sono moltiplicate, le cui telefonate hanno intasato i centralini di Polizia e dei Carabinieri. L’inusuale “spinta” che giungeva dal sottosuolo, era forse la conseguenza di alcuni scavi effettuati in loco alcuni giorni fa.
Sono intervenuti tempestivamente diversi mezzi dei Vigili del fuoco e della Protezione civile, la quale aveva provveduto a transennare le strade interessate. Si accertava nel frattempo che la tubatura scoppiata era quella dell’acquedotto che alimenta la centrale di distribuzione di piazza Ovidio, centrale che distribuisce acqua al quartiere.
Dopo cinque ore di duro lavoro, grazie anche a diverse idrovore impiegate nel prosciugamento, finalmente il flusso del prezioso liquido riprendeva nelle case. Ovviamente, si effettuava pure il necessario bypass per e vitare il guasto creatosi. Solo a tarda ora, nel cuore della notte, l’AMSA ripuliva dal fango le strade. Il Comune provvedeva a scusarsi per i disagi sopportati dalla popolazione, assicurando che il danno non si sarebbe più presentato.