venerdì, Novembre 22, 2024
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FINE XVII SECOLO / INIZIO DEL XVIII: IL COMPLESSO ASSETTO POLITICO

di Carlo Radollovich
Carlo Enrico di Lorena, principe di Vaudemont (vedi foto), nato a Bruxelles nel 1649, fu l’ultimo dei governatori spagnoli di Milano (l’indicazione della città belga non tragga in inganno, come vedremo più avanti). La sua nomina scattò il 17 maggio 1698.
Ma non restò in carica per molti anni. In effetti, va ricordato che, nell’anno 1700, dopo la morte di Carlo II, l’ultimo Asburgo, si insediò sul trono di Spagna Filippo duca d’Angiò, nipote di Luigi XIV di Francia, assumendo la carica di primo re spagnolo della dinastia dei Borboni, con il nome di Filippo V.
Questo radicale mutamento dinastico ai vertici della corona iberica, originò la ben nota guerra di successione spagnola perché la maggior parte delle dinastie regnanti a quel tempo in Europa rivendicava parentele più o meno strette con Carlo II.
Carlo Enrico di Lorena, nei primi mesi del regno di Filippo V, finì con l’accettare per Milano la nomina del nuovo re, ma quest’ultimo non lo ebbe proprio in simpatia, temendo che egli non fosse persona fidata.
Carlo Enrico rimase tuttavia governatore sino al 1706, quando l’esercito franco-spagnolo fu sconfitto dalle armate del principe Eugenio e del duca Vittorio Amedeo II.
Infatti, Carlo Enrico firmò un trattato con il principe Eugenio, a seguito del quale fu sancito che Milano e la Lombardia sarebbero passati sotto il dominio austriaco di Giuseppe I.
E’ chiaro che, a cavallo dei secoli XVII e XVIII, la geografia politica dell’Europa era ancora basata sul principio dinastico. In sostanza, i re non possedevano una ben specifica identità nazionale, ma si autoclassificavano, per esempio, semplicemente Asburgo oppure Borboni, senza altre distinzioni. Tutte le guerre di successione che in quel periodo insanguinavano il Vecchio Continente, terminavano con una sorta di “operazione finanziaria” che prevedeva, semplificando banalmente, alcuni passaggi di mano da un gruppo di regnanti all’altro.
Solo con il trattato di Radstadt del 1714 il possesso austriaco della Lombardia diventava definitivo con il seguente assetto: i Borboni avrebbero regnato in Spagna, ma con la cessione agli Asburgo d’Austria di numerosi territori tra cui l’intera area del Milanese. Va in ogni caso riconosciuto, al di là dell’imposizione straniera amaramente vissuta da moltissimi, che il nuovo governo comportò per la nostra città un mutamento essenzialmente positivo, con un conseguente grado di benessere, tanto che la Lombardia divenne uno degli Stati meglio amministrati nel nostro continente, senz’altro tra i più prosperi dell’impero asburgico.

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