di Carlo Radollovich
L’autorevole quotidiano “Il Secolo”, nato per espresso desiderio dell’editore Edoardo Sonzogno (1836 – 1920), era sicuramente il più venduto in Italia tra fine Ottocento e inizio Novecento anche se, a partire dal 1904, venne superato dal sempre più solido Corriere della Sera.
Il giornale di Sonzogno ospitò, nel maggio 1911, un vibrante articolo dell’avvocato Mario Cerati, il quale, pur apprezzando quanto fosse stato realizzato a livello edile a favore delle classi operaie con la costruzione di numerose case popolari, sottolineava allo stesso tempo come la piccola borghesia fosse stata completamente trascurata.
Fu questo un segnale importante che promosse la nascita del quartiere Mirabello, con tipiche villette immerse nel verde, che si estendeva a nord dell’attuale piazza Carbonari sino alla cintura settentrionale della ferrovia.
Da questo nucleo di case, nel 1912, nella zona di viale Zara, prese corpo il Villaggio dei Giornalisti, in seguito praticamente fusosi con il quartiere della Maggiolina.
Il Villaggio fu realizzato da una cooperativa locale, con sede nell’allora Comune di Greco (inglobato nella città di Milano dal 1923), composto da giornalisti, artisti vari e ovviamente anche da facoltosi industriali. Si edificarono villette di tre piani di gusto essenzialmente borghese, ma non mancarono anche casupole caratteristiche, ideate dall’architetto Mario Cavallè: due a forma di fungo (purtroppo demolite alla fine del secondo conflitto mondiale) e otto con la curiosa forma di zucca, visibili tuttora, che spuntarono nel 1946.
Il Villaggio dei Giornalisti, come accennavamo, quasi si confonde con il quartiere della Maggiolina, che aveva preso il nome dalla Cascina Maggiolina, demolita alla fine degli anni Venti, posseduta da una ricca famiglia fiorentina. E pure qui, in via Torelli Viollier, era noto ai vecchi milanesi il famoso ristorante Gallo d’Oro, non più esistente.
Oggi, il Villaggio viene apprezzato non soltanto per le case d’epoca, ma anche per le strade tranquille, attorniate quasi ovunque da un silenzio assai gradevole, malgrado la centralità della sua collocazione. Insomma, un eccellente quartiere residenziale, ambito non soltanto dai collaboratori della carta stampata, ma anche da tutti coloro che desiderano ritagliarsi un lembo di vivibilità in una città sempre più frenetica.