di Carlo Radollovich
La splendida Villa, voluta a Monza dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria e affidata progettualmente nelle mani di quell’ingegnoso architetto che fu Giuseppe Piermarini, è ora al centro di importanti ricerche da parte di studiosi, nel tentativo di recuperare l’ossatura dei vecchi giardini, sepolti sotto metri di terra.
Nel 1780, la Villa Reale era già pronta per essere abitata dal figlio di Maria Teresa, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este (1754 – 1806), il quale aveva a disposizione niente meno che 700 locali… Era attorniata da giardini da favola e una parte di questi, posizionati sul lato retrostante, sono ora al centro di un gruppo di specialisti che tentano di riportarli alla luce. Ma in che modo? Ci si affida ad un marchingegno elettronico, denominato georadar, capace di indagare attivamente nel sottosuolo di una determinata superficie, grazie a degli impulsi elettromagnetici ad alta frequenza che sono in grado di “scandagliare”.
Oltre ai vecchi giardini, si tenta di recuperare la grande terrazza con balaustra, la balconata, l’imponente scalinata e alcune statue che cingevano un’ampia vasca d’acqua.
Ci si chiede ovviamente il perché di questi strani occultamenti. Si ritiene che, in epoca napoleonica, si sia voluto far dimenticare alla cittadinanza almeno una parte di quanto realizzato dagli austriaci e si procedette a nascondere il tutto con lo spargimento di vagonate di terra. Adesso si tenta di andare alla ricerca di manufatti architettonici che, se localizzati, evidenzierebbero la riscoperta di indimenticabili valori.
Accennavamo più sopra alla monumentale scalinata scomparsa ai nostri occhi. Questa costituisce – così dicono gli studiosi – una precisa testimonianza dell’esistenza dei giardini arciducali. Si confida ovviamente che i lavori intrapresi possano presto dare ottimi frutti.