lunedì, Dicembre 23, 2024
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LA VICENDA DI CARLINA

di Carlo Radollovich

Secondo una leggenda risalente ad un centinaio di anni fa, confermata da alcune fonti, sulle foto scattate alle coppie di sposi uscenti dal nostro Duomo compariva spesso una imprevista e strana figura di donna dagli abiti completamente scuri e dagli occhi spettralmente bianchi. Si narrava che tale donna fosse il fantasma di una certa Carlina vissuta nel paesino di Schignano (Como), ove le sposine si vestivano in abiti decisamente neri, secondo un’antichissima usanza.

Sembra infatti che, in epoca medievale, il signore del luogo esercitasse il ben noto “jus primae noctis”, ossia la possibilità di giacere accanto alle neo spose durante la prima notte di matrimonio. Insomma una sorta di barbara “anteprima” malgrado la profonda amarezza dei mariti, che però non reagivano per evidenti timori di ritorsione. E le sposine, nel tentativo di non far capire al feudatario che stessero per sposarsi, decisero di adottare, ove possibile, lo stratagemma dell’abito nero.

Carlina si sposò con il suo Mario senza soccombere alle voglie del feudatario e i coniugi partirono per Milano per un breve viaggio di nozze. Tuttavia, una severa colpa attanagliava la coscienza della giovane. Pochi mesi prima aveva ceduto alle avance di un bellissimo ufficiale biondo ed era rimasta incinta. Ovviamente, non disse nulla a Mario poiché, essendo prossima alle nozze, avrebbe fatto credere al marito che il figlio fosse suo.

Appena giunti in città, in una fredda e nebbiosa giornata di novembre, vollero far visita al nostro Duomo. Salirono sul panoramico tetto e qui diverse figure in marmo, riproducendo draghi e altre orribili figure fantastiche che sembravano mettere in mostra occhi indagatori, colpirono la fragile mente di una Carlina già preda di una grave crisi interiore.

Si divincolò dal marito e si mise a correre a perdifiato nelle parti superiori più nascoste della cattedrale. Forse condizionata anche dalle pessime condizioni atmosferiche che facevano aumentare i suoi seri complessi di colpa. Continuò la sua folle corsa a destra e a manca sempre inseguita dal marito. Egli stava per raggiungerla, ma ad un tratto la vide sparire. Precipitata o forse rifugiatasi in qualche anfratto? La cercarono ovunque ma il suo corpo non venne mai ritrovato.

Ancora ai nostri giorni comparirebbe nelle foto alle spalle degli sposini, come se desiderasse augurare la felicità di quel matrimonio che non era stata capace di raggiungere.

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