Presso il Palazzo Corner Spinelli è stato ricomposto il soffitto ligneo del grande Vasari, il quale manifestò interesse per la pittura manierista sin da giovane, ma, è bene ricordarlo, divenne pure scrittore e architetto. Dopo cinque secoli dalla sua realizzazione, il soffitto viene presentato ufficialmente oggi e questa ricomposizione straordinaria ci incanta e ci riempie d’emozione.
Si tratta di un restauro durato alcuni decenni e rappresenta la rinnovata esistenza di un’opera che riveste notevole importanza per la storia dell’arte. I frammenti dell’opera stessa, smembrati oltre tre secoli fa, sono stati riacquistati non soltanto in Italia, ma anche all’estero, a partire dagli anni Ottanta, grazie al prezioso interessamento del ministero della Cultura e delle Gallerie dell’Accademia.
Il tutto viene pertanto offerto, con vero orgoglio, alle persone interessate e non solo, ricordando al tempo stesso come sia stato indispensabile il rapporto stretto collaborativo tra pubblico e privato.
Ci fa piacere in ogni caso rievocare il momento in cui (1541) Giorgio Vasari ottenne l’incarico di dipingere il soffitto in una sala del Palazzo che Giovanni Corner, nobile veneziano di elevato lignaggio, aveva acquistato solo da poco tempo.
Si decise che l’opera sarebbe stata divisa in nove scomparti, di cui cinque destinati alle Virtù e cioè la Carità, la Speranza, la Pazienza la Fede e la Giustizia nonché quattro per quei putti che sarebbero stati dipinti agli angoli della sala.
Verso la metà del Settecento l’opera a cassettoni fu smontata dal soffitto in più parti per essere venduta a collezioni private italiane ed estere. Si trattò di un lungo peregrinare di cessioni sino al 1980, quando le necessarie riacquisizioni da parte del ministero della Cultura e degli istituti veneziani, come già accennato più sopra, potevano dirsi finalmente concluse nell’anno 2017.