di Carlo Radollovich
Il gioco del calcio fece il suo ingresso ufficiale nella nostra città il 16 dicembre 1899 quando due appassionati inglesi indussero un gruppo di sportivi milanesi a fondare una squadra di football.
Uno dei due inglesi era un certo Herbert Kilpin, primo allenatore della squadra fondata con il nome di Milan Cricket and Football Club, squadra che adottò da subito due precisi colori per la propria maglia: il rosso e il nero.
Inutile aggiungere che, nel frattempo, il calciò non tardò a mandare in visibilio un numero elevato di spettatori che tifavano con entusiasmo, senza tuttavia essere scalmanati come quelli che vennero dopo di loro, nei decenni successivi.
In seno alla società rossonera nacque però un’accesa disputa tra i soci che riguardava un unico punto focale: alcuni sostenevano che i giocatori stranieri dovevano assolutamente entrare a far parte del campionato italiano, altri intendevano escluderli nel modo più totale. Resta il fatto che la “guerra” tra le due fazioni comportò una scissione all’interno della società stessa, tanto che più di quaranta soci si separarono e fondarono l’Internazionale Footbal Club (maglie nerazzurre), al fine di ribadire la loro tesi in favore degli stranieri.
I giocatori dell’Internazionale ebbero il privilegio di potersi misurare con altre squadre sempre all’Arena, ospitando tuttavia il Milan in modo saltuario.
Il nome “Internazionale” abbreviato semplicemente in “Inter” fece… numerosi proseliti. Ma si sa che, durante il periodo del Ventennio, il regime fascista non vedeva di buon occhio… gli appartenenti all’Internazionale (si doveva infatti dare precedenza assoluta a tutto ciò che riguardasse elementi di sicura italianità), cosicché nacque una nuova società denominata “Associazione Sportiva Ambrosiana” che tuttavia i tifosi si affrettarono a battezzare “Ambrosiana-Inter”.
La rivalità tra Milan e Inter era decisamente agguerrita sin dagli inizi ed è curioso notare che i primi definivano i secondi “bauscia”, senza riferimenti al mondo della saliva, ma con il preciso significato di “sbruffoni”, mentre i nerazzurri canzonavano i rossoneri con il titolo di “casciavit” (cacciaviti).
Oggi si vorrebbe che le tifoserie ritornassero a questi vecchi “sfottò”, per lo più innocui e solo verbali, rinunciando a certe violenze, fuori e dentro gli stadi, violenze che oggi esasperano gli animi e che provocano danni non soltanto materiali.