di Carlo Radollovich
Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha firmato il “Decreto Linate”, che potrà prevedere nuovi collegamenti con città europee, al di là dei singoli voli verso le varie capitali, come sin qui effettuati.
Risulta evidente lo “zuccherino” offerto alla nuova Alitalia, che detiene attualmente il 75 per cento circa degli slot di Linate, con la facoltà di scegliere ulteriori destinazioni.
Si tratta in sostanza di un vantaggioso “via libera” accordato allo scalo milanese, mentre per Malpensa, che è comunque entrata a far parte degli undici aeroporti strategici del Piano governativo, si riscontrano meno punti a favore. Anche se si sottolinea che in realtà non cambia nulla (invariato il limite dei 18 movimenti orari per Linate), è indubbio che allo scalo di Linate atterreranno d’ora in poi più voli dall’Europa rispetto al passato.
Si intendeva inserire nel decreto una precisa clausola da parte di Roberto Maroni e del presidente di Sea Pietro Modiano: quello della temporaneità del decreto stesso, legato a Expo 2015.
Ma tale clausola non è stata presa in considerazione e ora permane il dubbio che Linate, nel giro di pochi mesi, possa accumulare importanti vantaggi rispetto a Malpensa. Tanto è vero che, nell’ambito delle previsioni effettuate per il 2015, Linate acquisirebbe circa un milione di presenze di passeggeri in più, mentre Malpensa ne perderebbe circa duecentomila.
Fortunatamente, la funzionalità del decreto, e i suoi effetti, saranno sottoposti a precisi controlli nel corso dei prossimi mesi. Insomma, questo monitoraggio dovrebbe assicurare un ragionevole equilibrio tra Linate e Malpensa, vigilando in ogni caso affinché non si verifichino esagerate negatività sull’aeroporto varesino, consolidando anzi progressivi sviluppi, nel modo più congiunto possibile.
Da ultimo, occorre citare un negativo e drastico giudizio espresso dall’europarlamentare Lara Comi, la quale asserisce che, a suo parere, la firma del Decreto Linate condanna a morte certa l’aeroporto di Malpensa.