È di questi giorni l’ultimo monitoraggio di Iss e Ministero della Salute sui nuovi casi…
…di COVID-19 (4 al 10 luglio 2024), in aumento del 42% nell’ultima settimana con un numero assoluto di casi pari a 5.503 e con 33 decessi. In tutto il 2023 i casi certificati di COVID-19 sono stati più di 5,3 milioni con 10.000 decessi e 82.000 ricoveri ospedalieri; a questi si aggiungono più di 14 milioni di casi di influenza con circa 9.900 decessi e quasi 300.000 casi di RSV con 26.000 ricoveri e 1.800 decessi; le polmoniti sono responsabili ogni anno di circa 150.000 ricoveri e 9.000 decessi.
COVID-19, influenza, RSV, polmoniti rientrano tra le infezioni respiratorie che, in Italia, continuano a rappresentare la prima causa di mortalità tra le malattie infettive, in modo proporzionalmente crescente all’aumentare dell’età, senza dimenticare la correlazione col fenomeno dell’AMR che ogni anno è responsabile nel nostro Paese di circa 11.000 morti (12% dei decessi totali a livello OCSE) con un impatto economico di 2,4 miliardi di euro a parità di potere d’acquisto.
Degli strumenti di protezione dei soggetti anziani e fragili (che rappresenteranno il 34,5% della popolazione rispetto all’attuale 24%) attraverso le vaccinazioni e di come favorire l’invecchiamento attivo si è parlato nel corso dell’evento “Politiche di immunizzazione dei soggetti adulti e fragili: dalla promozione della buona salute al contrasto dell’AMR”, realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer.
“L’invecchiamento della popolazione e i grandi progressi compiuti dalla medicina hanno aumentato il numero di soggetti fragili e quindi predisposti alle infezioni – ha affermatoMassimo Andreoni, Direttore Scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT). In questo scenario, le infezioni correlate alle pratiche assistenziali sono diventate un problema prioritario di sanità pubblica e la crescente diffusione di ceppi batterici multi-resistenti agli antibiotici (ABR) rende ancora più difficile il controllo di queste infezioni. In questa popolazione gli interventi di prevenzione, primi tra tutti le vaccinazioni, rappresentano un efficace strumento in grado di ridurre significativamente il rischio di infezioni con tutto quello che comporta in termini di morbosità e mortalità e di impatti socioeconomici”.
I dati dell’ultima campagna anti-COVID-19 riportano un tasso di copertura medio a livello nazionale per gli over 60 del 10,2% con valori compresi tra il 19,2% della Toscana e l’1,8% della Sicilia; la campagna antinfluenzale tra gli over 65 non ha raggiunto il 50% secondo le prime stime.
“Nonostante il valore della vaccinazione sia noto, purtroppo, nel nostro Paese stiamo assistendo ad una disaffezione importante alle pratiche vaccinali con una riduzione importante delle coperture per molti virus respiratori – ha aggiunto Roberta Siliquini, Presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI). È necessario che il sistema della sanità pubblica, in un lavoro sinergico di tutte le sue componenti, si organizzi per definire al meglio, ciascuno nel proprio ruolo, campagne informative serie, programmi di sensibilizzazione, modelli organizzativi che facilitino l’accesso alle vaccinazioni.”
Per le ultime campagne vaccinali anti-COVID-19 e antinfluenzale, a livello organizzativo le Regioni, pur con le proprie differenze e peculiarità, hanno messo in campo molti strumenti per agevolare la vaccinazione di questi soggetti, dal coinvolgimento simultaneo di centri vaccinali, MMG e farmacisti, alla chiamata attiva dei soggetti, alla realizzazione degli open day; in molti casi è stato anche agevolato l’accesso alla vaccinazione attraverso un sito unico di prenotazione. Le Regioni si sono impegnate a rafforzare il proprio operato investendo anche nella comunicazione.
Una comunicazione affidabile, basata sulle evidenze, accessibile, permette di accrescere la fiducia dei cittadini e contrastare la disinformazione e l’esitazione vaccinale: su quest’ultimo punto, in tutte le Regioni italiane, secondo una survey realizzata nel 2023 da The European House – Ambrosetti in collaborazione con SWG, un’informazione più dettagliata da parte del Ministero della Salute e delle ASL e un maggior dialogo da parte del cittadino con il proprio medico o farmacista di fiducia, sono ritenuti gli strumenti più efficaci di contrasto all’esitazione vaccinale.
“Per lavorare efficacemente sulle scelte delle persone, in ottica di promozione della salute e contrasto all’AMR, e recuperare fiducia e convinzione nelle vaccinazioni nei soggetti fragili, bisogna investire in campagne informative a cura delle istituzioni e garantire messaggi univoci e coerenti tra professionisti – ha aggiunto Valeria Fava, Responsabile del Coordinamento delle politiche per la salute di Cittadinanzattiva. Alla comunicazione devono affiancarsi strategie efficaci ed omogenee sul territorio nazionale, una maggiore digitalizzazione, semplificazione nell’accesso, specie per i soggetti fragili, e un puntuale monitoraggio, a partire dall’estensione degli indicatori della griglia di monitoraggio LEA a tutte le vaccinazioni incluse nel calendario”.
I risultati ottenuti nelle ultime campagne vaccinali antinfluenzale e anti-COVID-19 aprono però una riflessione sull’efficacia degli attuali modelli di organizzazione e gestione delle campagne vaccinali rivolte all’adulto, incluse le attività di comunicazione, in un contesto in cui l’offerta vaccinale verso questi soggetti è destinata ad aumentare.
“Attualmente, in Italia la spesa per i programmi vaccinali delle Regioni è caratterizzata da elevata variabilità e rappresenta il 21% della spesa in prevenzione, un valore di 24,5 euro a livello pro capite – ha sottolineato Rossana Bubbico, Senior Consultant della Practice Healthcare di The European House-Ambrosetti. Investire nelle politiche di immunizzazione vuol dire contribuire alla salute del singolo e della collettività, alla sostenibilità del SSN e del sistema socio-sanitario e alla crescita del sistema economico: per le sole vaccinazioni dell’adulto, per ogni euro investito il Paese ne recupererebbe 19 nel caso di raggiungimento degli obiettivi di copertura previsti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale. Per questo accogliamo positivamente la dichiarazione del Ministro della Salute sulla volontà di aumentare la quota di investimenti in prevenzione dall’attuale 5% del Fondo sanitario Nazionale: investire in prevenzione vuol dire investire in stili di vita, screening e vaccinazioni”.
Nel corso dell’evento è stata anche lanciata una call to action per rilanciare le coperture vaccinali nell’adulto e nei fragili con proposte per il Governo centrale e le Regioni.