Ci troviamo in un’osteria di Paderno Dugnano (un tempo solo Paderno) ai primi dell’Ottocento, in attesa che uno straniero possa proseguire il proprio viaggio per l’ennesima volta, ovviamente a piedi, verso Cormano. Durante le chiacchierate con alcuni contadini, si lamentava per la forza del vento, ben sapendo che la vicina località non si trova sopra i 160 metri d’altezza.
In effetti, spirava sempre un vento di forte intensità e la cosa lo infastidiva notevolmente. Infatti, come accennava piuttosto nervosamente, più di un volta doveva rincorrere il proprio cappello, spazzato via da una folata più forte delle altre e, non essendo più molto giovane, sottolineava la fatica che doveva impiegare suo malgrado per il recupero.
Ma uno dei contadini disse: “Si vede che lei non è di queste parti. Deve sapere che molto tempo prima di Napoleone o forse ancor prima di Agnese di Hohenstaufen, passò di qui un giorno il diavolo diretto a Cormano, il quale da tempo cercava un fiancheggiatore sulla Terra per impossessarsi dell’anima di diversi uomini.”
Il diavolo sapeva che qui spirava una tramontana piuttosto consistente e stipulò con il vento un preciso accordo: quest’ultimo avrebbe strappato a coloro che transitavano su questa strada non solo il cappello, ma possibilmente anche qualche indumento, costringendo a rincorrerli sino ad un certo punto, che sarebbe stato più avanti specificato dallo stesso diavolo. A tutto il resto, anime comprese, avrebbe pensato il diavolo stesso.
A compensazione di tutto ciò, disse al vento che per il futuro avrebbe messo a sua disposizione nuove strade affinché potesse dare sfogo alle sue crescenti energie. Ma al diavolo venne in mente, proprio in quel momento, che doveva sbrigare a Cormano affari urgenti. E dopo questi impegni, il diavolo si impicciò in altre trattative, sino a scordare completamente l’accordo preso con il vento .
E il vento, da secoli, è ancora lì che aspetta, infuriato più che mai per la mancanza di puntualità messa in evidenza dal suo potenziale alleato…