sabato, Ottobre 4, 2025

Una lugubre storia del 1600

Ci troviamo a Villasanta, un piccolo centro alle porte di Milano sorto in epoca romana. La chiesa, dedicata a sant’Anastasia, fu probabilmente eretta ai tempi di Teodorico (454 – 526), ma venne elevata al rango di parrocchia solo attorno al 1580, pochi anni prima della scomparsa di San Carlo Borromeo.

La nostra storia inizia proprio in tale chiesa nel 1605, ove il giovane campanaro Riccardo, per la verità anche sagrestano, assolveva ai propri compiti con impegno e senso del dovere. Una sera della Settimana Santa fece tardi rispetto al suo solito perché in parrocchia c’era stato molto da fare, compresa la sistemazione di alcuni sacri tendaggi.

Cercò di sbrigarsi nel minor tempo possibile anche perché la moglie Matilde lo stava attendendo per sbrigare assieme alcune commissioni. Trafelato e con un po’ di fiatone giunse a casa in ritardo, sperando comunque di non incorrere in qualche ramanzina da parte della moglie. Varcata la soglia, la chiamò subito, ma ella non rispose.

Purtroppo, la ritrovo’ poco dopo a terra, in un bagno di sangue, vittima di un omicidio, come appariva ormai chiaro. Tuttavia, prima di esalare l’ultimo respiro, Matilde riusci’ a pronunciare il nome dell’assassino. Si trattava di Gregorio, un truce e barbaro bravo al servizio del signore del paese, un certo Roberto.

Dopo essersi ripreso almeno un poco dall’efferato colpo, Riccardo si recò dai militi e raccontò l’accaduto. Il caso si presentava oltremodo chiaro e al povero marito fu possibile fare arrestare il losco Gregorio. Condotto davanti al giudice, l’assassino dapprima nego’ tutto, ma poi, messo alle strette, fini’ per ammettere le proprie colpe. Causa dell’omicidio: di natura sessuale.

Si trattava ora di prendere contatto con il signore Roberto, il quale, sapendo dell’arresto di Gregorio, se la diede a gambe levate. Si, perché quando la notizia fu di dominio pubblico, tutto il paese cercò di rintracciarlo presso il suo castello e di linciarlo. Ma di lui si era persa ogni traccia e i contadini, che desideravano disfarsi di tale persona, ritornarono alle loro abitazioni con le mani del tutto vuote.

Gregorio venne comunque impiccato e la sua severa lezione consenti’ a tutto il paese, per diversi anni, di vivere serenamente senza l’obbligo di rendere conto, in via indiretta, a nessun proprietario o signore del villaggio.

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