Edificata su specifico desiderio di Sant’Ambrogio, la chiesa di San Simpliciano, originariamente costruita in stile paleocristiano e denominata “basilica virginum” faceva parte delle quattro basiliche milanesi chiamate “basilica prophetarum”, “basilica martyrum” e “basilica apostolorum”. Successivamente dedicata a San Simpliciano, la città era a quel tempo capitale dell’Impero Romano d’occidente.
Si narra che attorno all’anno 1500 il tempio fu al centro di un evento miracoloso, la cui memoria si protrasse per un paio di secoli. In quegli anni l’intera Europa era percorsa da numerose compagnie di penitenti, alle quali si aggiunsero frati appartenenti agli ordini minori e anche altre congregazioni che si flagellavano in continuità affinché venissero espiati non soltanto i peccati propri, ma anche quelli dell’intera umanità.
Questi poveri errabondi, che predicavano la povertà assoluta, si trovavano con una certa frequenza in polemica con la Chiesa, la quale non stava di certo navigando nell’oro, ma era di fatto seccata che diversi penitenti mettessero in evidenza certe debolezze clericali, arrivando in certi momenti a definirle “fuori da certe regolamentazioni cristiane”. L’autorità cristiana, in primo luogo il papa, emetteva di tanto in tanto qualche bolla, accusandoli spesso di eresia.
Successe che una di queste confraternite lasciò (o forse dimentico’) presso San Simpliciano uno di quei pesantissimi crocefissi in legno che i penitenti portavano sulle loro spalle per espiazione. Alcuni cittadini notarono questo crocifisso, dapprima incuriositi, ma successivamente mossi da una pietà che potremmo definire devozionale.
Desideravano portarlo in Duomo, ma per poterlo introdurre nel tempio da una porta laterale, dovevano alzare una catena molto pesante che prevedeva l’impiego di parecchi uomini. La cosa andò in porto per diverse volte, finché il comandante della piazza, sicuramente uno straniero, decise che questa forma di devozione andava assolutamente interrotta per motivi di sicurezza.
I fedeli si mostrarono decisamente sconfortati, ma uno di loro suggerì di portare il crocefisso sempre più avanti, sino al punto in cui si doveva compiere lo sforzo massimo sollevando le catene. E si gridò al miracolo quando le stessa catene, automaticamente, si spezzarono come se fossero rametti secchi. I credenti proseguirono la loro marcia all’interno del Duomo tra mille litanie di ringraziamento, molto grati a Dio per quanto concesso, in barba alle guardie e allo stesso comandante.