Fino al 20 dicembre, alla Biblioteca Zara, è aperta la mostra “Testori e il gran teatro montano” per ricordare il ventennale della scomparsa del noto scrittore milanese. L’esposizione ripercorre le fasi dello studio che Giovanni Testori dedicò, negli anni Sessanta, al Sacro Monte di Varallo, uno fra i più rinomati complessi monumentali dell’arte religiosa italiana. La visita all’esposizione sarà anche un’occasione per avvicinarsi alla “Zara”, che da anni propone servizi e attività di notevole valore. Ce ne parla il responsabile, Pietro Esposito, a cui abbiamo rivolto alcune domande.
Quali sono gli aspetti più significativi che contraddistinguono le vostre attività?
La biblioteca si muove su due livelli: quello della cultura e quello sociale. Cerchiamo di offrire ai nostri utenti ciò che mancava nella Zona: una sede per la lettura e un centro di incontro. Considero la Zara un importante punto di “resistenza culturale”. Con questa espressione intendo dire che da noi è possibile “respirare” cultura in un ambiente accogliente, senza costi di alcun tipo. Vorrei anche sottolineare che abbiamo raccolto l’eredità del luogo in cui ci troviamo. Qui c’era la scuola Giulio Tarra per audiolesi, chiusa nel ’90. Non potevamo ignorare questa “memoria storica” che ha contribuito ad accrescere la nostra sensibilità per le persone svantaggiate, soprattutto per coloro che hanno problemi di udito. Disponiamo di molti libri sull’argomento e organizziamo iniziative per chiunque abbia queste difficoltà. Abbiamo anche avuto stagisti audiolesi che si sono inseriti benissimo fra noi.
Un’altra particolarità della biblioteca è la grande considerazione per i diritti degli animali. Una nostra area è interamente riservata a questo tema, sul quale abbiamo ospitato interventi di noti esperti del settore.
Ci sono ambiti culturali a cui dedicate maggiore attenzione?
Curiamo in particolare la storia di Milano e delle tradizioni locali offrendo al pubblico una vasta collezione di testi che difficilmente si trovano altrove. Infatti, vengono molti appassionati per documentarsi.
In passato abbiamo proposto incontri con storici come Franco Della Peruta e Grado Merlo. Il mese scorso c’è stata la presentazione del libro di Andrea Saccoman sul terrorismo degli anni Settanta nella nostra città e a questo appuntamento ne seguiranno altri relativi a quel periodo. Vorrei anche evidenziare il nostro interesse per l’arte contemporanea. Abbiamo presentato conferenze su grandi artisti, fra cui Piero Manzoni e Lucio Fontana, e presto ne dedicheremo una a Enrico Baj. La passione per l’arte, unita alla simpatia per i bambini, ci ha indotti, inoltre, a considerare la creatività di Bruno Munari. Le sue opere per i ragazzi sono raccolte in un apposito scaffale e richiamano l’attenzione di genitori e insegnanti, oltre che dei più giovani.
Organizzate anche iniziative per i bambini?
Certamente: abbiamo riservato a loro un ampio spazio della nostra sede per svolgere attività diverse, secondo le fasce di età. Proponiamo teatrini di ombre cinesi, presentazioni di libri, letture e laboratori. Il 20 dicembre, alle 17, per esempio, ci sarà uno spettacolo teatrale della compagnia “Quelli di Grock” per bambini dai tre ai cinque anni: un’attrice e un pupazzo racconteranno la storia di Bianca, una fiaba delicata e ricca di significati. Talvolta le iniziative sono gestite direttamente dal personale della biblioteca. I piccoli sono entusiasti delle nostre proposte e i genitori ci scrivono spesso per ringraziarci.
Fabrizio Ternelli