Nasce nel 1893 a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, da Amilcare Meneghel, maestro di musica e da Maria Zacchello, maestra elementare. Il padre si accorge ben presto dell’ugola d’oro posseduta dalla figlia e per consentirle di studiare al Conservatorio di Musica, a Venezia, trasferisce l’intera famiglia nel capoluogo Veneto.
I primi mesi trascorsi a Venezia non sono musicalmente soddisfacenti per la giovane, la quale, iscrittasi in una prima fase ad un corso di pianoforte, viene purtroppo bocciata. Ma nessuno si dispera in famiglia anche perché lei, recatasi per un’audizione presso un’importante allieva di Gioachino Rossini, riceve subito molti complimenti per la sua voce.
Studia canto per quattro anni assai impegnativamente sinché, appena diciannovenne, debutta alla Scala nella “Francesca da Rimini” di Zandonai. Riceve applausi, ma la gavetta è tutta da compiere a cominciare dai ruoli non proprio di spicco. Ha però la fortuna di essere ascoltata da Arturo Toscanini, che la vuole come interprete di Gilda nel “Rigoletto”.
La Scala e’ tutta per lei in quel gennaio del 1922 e per la prima volta si esibisce con il nome d’arte di Toti Dal Monte. Tutti l’apprezzano per la sua delicata voce di soprano leggero, e per dieci stagioni consecutive viene confermata al teatro milanese.
Canta però anche in Sud America, in Oriente e persino in Australia, dove conosce il tenore Ezio Lomanto, che sposerà dopo alcuni mesi. Avrà da lui una figlia, che assai giovane diventerà attrice di prosa.
Per la verità, anche Toti Dal Monte, abbandonate le scene liriche dopo la fine del secondo conflitto mondiale, recita Carlo Goldoni nella compagnia di Cecco Baseggio. E anche nel cinema ottiene validi successi, ad esempio ne “Il Carnevale di Venezia”, “Cuore di mamma”, e in un breve flash dell’ “Anonimo Veneziano”.
Ma nel cuore degli spettatori rimane per sempre il ricordo della sua voce, che ha fatto commuovere persino il burbero Toscanini. Insomma, i suoi personaggi venivano trasformati in creature viventi. Tutte le eroine interpretate sanno trasmettere alle platee le gioie, gli ardori, ma anche le ansie e gli affanni dei suoi personaggi.
Con il profondo cordoglio espresso da molte persone, Toti Dal Monte si spegne per problemi cardiaci all’ospedale di Pieve di Soligo nel gennaio del 1975.