lunedì, Dicembre 23, 2024
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Torino capitale per la prevenzione del Fuoco di Sant’Antonio…

…Decolla sotto la Mole la vaccinazione anti-Herpes zoster, grazie all’impegno della medicina generale

Un vero boom. Anche se siamo solo all’inizio di un percorso che sta coinvolgendo sempre più sanitari sul territorio torinese, e appare  destinato ad  estendersi  in tutto  il  Piemonte, sotto  la  Mole si sta osservando un fenomeno che davvero può rappresentare un modello per la prevenzione della riaccensione dell’infezione da Herpes Zoster.

Se fino al Gennaio  di  quest’anno  le  vaccinazioni  nelle  coorti  d’età  coinvolte  nel programma erano davvero ridotte, grazie ad un colpo d’ala della medicina generale in sinergia con la Direzione Generale dell’ASL città di Torino c’è stato un vero e proprio “boom” nella somministrazione di vaccini.

Rispetto ai tre anni precedenti,  nel  solo  periodo  gennaio-agosto  2023  il  numero  di  dosi somministrate si è più che triplicato con un aumento del 354,82% tra i medici che hanno partecipato al progetto. L’incremento si è osservato nelle diverse coorti d’età coinvolte negli ultimi anni (dal 1952 al 1958) e nei fragili (BPCO e malattie  cardiovascolari)  nel  programma  di  prevenzione  del  Fuoco  di Sant’Antonio. Il dato, raccolto grazie all’attività di 117 medici di famiglia è emerso tra gli altri durante il convegno “I risultati di un progetto di Medicina d’Iniziativa  per  la  vaccinazione  contro  Herpes  Zoster  in  Regione Piemonte; i protagonisti del territorio nelle vaccinazioni dell’adulto”, in programma ieri a Torino.

Il “colpo d’ala” della prevenzione grazie alla vicinanza medico-cittadino Il progetto torinese dimostra che è possibile portare la prevenzione vicina al cittadino, rendendo più semplice l’accesso alle vaccinazioni che possono rappresentare una sorta di “salvaguardia” per il benessere, come appunto nel caso  della  riaccensione  dell’Herpes  Zoster.  E  mostra  che  quanto  più  al cittadino si propongono opportunità semplici e dedicate per la prevenzione vaccinale,  tanto  più  validi  possono  essere  i  risultati  dei  programmi “opportunistici e di iniziativa” che possono sfruttare le diverse occasioni di somministrazione vaccinale.  “Il nostro progetto mette in luce una volta di più il ruolo del Medico di medicina generale e le sue caratteristiche di capillarità, accessibilità, rapporto di fiducia – spiega Paolo Morato, Referente Area Vaccini FIMMG Piemonte e Responsabile Scientifico del Progetto. Ma soprattutto  mostra  chiaramente  come  esista  una  sempre  maggiore consapevolezza nel medico dell’importanza della medicina di iniziativa nella prevenzione delle malattie prevenibili con la vaccinazione dei propri assistiti”. L’iniziativa, sfruttando anche gli strumenti offerti dalla Scuola Piemontese di Formazione in Medicina Generale, nasce nell’ottica di aiutare il professionista per far sì che la vaccinazione dei suoi pazienti rientri nella gestione sistematica complessiva dei pazienti cronici e anziani. “Il Progetto ha creato una rete tra medici  di  medicina  generale  tale  da  inserire  il  professionista  in  un coinvolgimento  proattivo:  il  medico  si  è  sentito  coinvolto  e  stimolato  a raggiungere un obiettivo – continua Morato. L’attività di revisione e di supporto dei Tutor, gli strumenti forniti, il dialogo con le istituzioni, il confronto sulle modalità di organizzazione – che sono i pilastri del progetto – hanno certamente avuto un peso importante nel raggiungere il risultato”.

Il valore della vaccinazione per la prevenzione dell’infezione da Zoster Avete presente una lunga fila di formichine che vanno verso la tana? Anche sul corpo umano, a volte, si verifica un fenomeno simile. Sotto forma di piccole lesioni arrossate, che si propagano come se seguissero una linea ipotetica. Seguono la via del nervo che viene percorso dalla risalita del virus Herpes Zoster. È in quella fase che compaiono i dolori e i tanti fastidi di una patologia che tutti conosciamo come fuoco di Sant’Antonio.

“Oggi possiamo prevenire questa infezione con una vaccinazione specifica, che si unisce alle tante opportunità di prevenzione che si possono proporre nella terza età e più in generale ai soggetti a rischio, come del resto si fa per l’influenza  e  lo  pneumococco  –  commenta  Lorenza  Ferrara,  Dirigente SeREMI- ASL AL. L’iniziativa della Medicina Generale che ha portato ad  innalzare le soglie di copertura nelle coorti di nascita interessate dal progetto con un netto incremento delle coperture prova come il coinvolgimento del medico di famiglia sia un contributo fondamentale nella diffusione di questa buona  pratica  di  prevenzione.  È  solo  grazie  all’integrazione  e  alla collaborazione tra le diverse figure coinvolte nella prevenzione e cura dei pazienti che si possono raggiungere risultati ottimali”.

Per lo zoster, in particolare, l’attenzione va fissata sui soggetti anziani e in chi presenta  comorbilità  che  possono  aumentare  il  rischio  di  riaccensione dell’infezione latente da virus varicella-zoster nelle radici dei gangli del sistema nervoso.  L’incidenza  di  Herpes  Zoster  aumenta  considerevolmente  al superamento del 50 anno d’ età. L’incidenza è più elevata negli adulti che hanno subito un trapianto di cellule ematopoietiche, un trapianto di tumori solidi o da chi affetto da neoplasie maligne. Per questo appare importante proteggere i soggetti ad alto rischio, per età o per fragilità, come può avvenire per chi soffre di diabete, chi affronta un tumore, chi ha problemi cardiologici o respiratori cronici e chi fa i conti con malattie di pertinenza reumatologica. L’esperienza di Torino destinata ad allargarsi

“La Direzione Generale dell’ASL Città di Torino apprezza e sostiene l’impegno della Medicina Generale e valuta positivamente i risultati ottenuti dal progetto, che va ad implementare il modello già introdotto dall’ASL Città di Torino attraverso  i  propri  hub  vaccinali,  commenta  il  dott.  Stefano  Taraglio, Direttore Sanitario dell’ASL Città di Torino. Il contributo dei Medici di Medicina Generale favorisce la sinergia tra Strutture Sanitarie e Medicina di Prossimità e avvicina ulteriormente l’offerta sanitaria ritagliandola  su  misura  dei  bisogni  dei  cittadini. “Il  progetto Torino  per  la vaccinazione ha dimostrato che “se si vuole si può”, aggiunge Mara Scagni segretaria regionale di Cittadinanzattiva Piemonte. La ricetta è lavorare tutti in rete integrata e offrire ai cittadini informazione e facilità di accesso. Il risultato è tanto più efficace quanto chi è più vicino al cittadino come il mmg si impegna in primis per favorirlo. Ma l’obiettivo nazionale del 50% è ancora lontano in Piemonte. Ben vengano quindi progetti pilota e sperimentali come questi che si traducano in pari opportunità su tutto il territorio regionale”, conclude Scagni.

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