Nasce a Napoli nel 1898, figlia illegittima dell’attore Eduardo Scarpetta, avuta dalla giovane Luisa De Filippo, nipote della moglie Rosa Scarpetta. Non ha tempo di pensare agli studi perché, ancora bambina, viene avviata alla carriera teatrale, alla quale resterà sempre fedele malgrado diverse eccezioni dedicate al cinema.
Lei si trova a disagio a scuola poiché, frequentando le elementari, si rende conto che essere figlia naturale comporta diverse difficolta’ anche di natura psicologica. Non considerare quell’infelice N.N., riportato anche sulle pagelle, è impossibile. Ma cerca di reagire ed è bravissima nel gestire questo triste handicap, che in quegli anni era considerato dalla società particolarmente grave.
Ad infonderle sicurezza e serenità contribuisce senz’altro lo studio della musica (pianoforte) suggeritole dalla madre Luisa e dai futuri grandi attori Peppino ed Eduardo, anch’essi figli illegittimi di Eduardo Scarpetta, perché concepiti fuori dal matrimonio.
Ancora bambina, come si accennava, debutta a teatro in una parodia dell’operetta “La geisha”, mentre a sette anni interpreta la parte di Peppeniello in “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta. Oltre al pianoforte, si dedica anche al canto con molto impegno.
Quando compie i vent’anni, la voce di Titina sul palco appare sempre più energica e chiara. Inoltre, grazie anche ai suoi occhi scuri particolarmente lampeggianti, viene battezzata “ragazza unica veramente simpatica” da spettatori entusiasti e non solo.
Si registrano primi tentativi di formare una Compagnia teatrale assieme ai fratelli e in effetti vengono effettuate recite al Teatro Nuovo di Napoli e presso il Teatro Palazzo di Montecatini. Ma il debutto del trio con tutti i crismi dell’ufficialità avviene a Napoli il 25 dicembre 1931 con la commedia “Natale in casa Cupiello”. Un vero successo.
Tuttavia, i buoni rapporti tra fratelli a volte si inceppano, anzitutto per la scontrosità di Titina che sta maturando troppo nervosamente contro Peppino e poi anche contro Eduardo, spesso aggressivo. E nel 1938, considerato pure l’astio covato da Eduardo contro l’attore Pietro Carloni, marito di Titina, quest’ultima lascia la Compagnia con tanto di frasi acute e quasi sprezzanti. Dice poi tout court: “Non voglio starci più”.
Ma scatta anche un’improvvisa riunificazione quando, alcuni anni più tardi, interpretano la commedia “Filomena Marturano”, scritta da Eduardo nel 1946. Il trio riscuote un enorme successo.
Purtroppo, già a partire dall’inizio degli anni Cinquanta, Titina si ammala gravemente di cuore e lascia per sempre il teatro a soli cinquantacinque anni. Trascorre gli ultimi anni dedicandosi ai collage, avvalendosi della caratteristica tecnica pittorica, e si spegne a Roma nel dicembre del 1963.
Prima di chiudere vorremmo ricordare alcuni dei suoi film, a fronte dei quaranta interpretati: “Ti conosco mascherina” (1944), “Marito e moglie” (1952), “La vena d’oro” (1955), “La canzone del destino” (1957), “Ferdinando primo, re di Napoli” (1959), l’ultimo girato assieme ai fratelli.